Dott. Andrea Domenico Taricco
Quando pensiamo ad un artista della contemporaneità immaginiamo sicuramente ad un intellettuale insofferente chiuso nel proprio studio ad affogare le proprie frustrazioni in proiezioni pittoriche dettate dal caso. Macchie di colore sul pavimento, sugli abiti e sul supporto ridotto a contenitore razionale di tutto ciò che è stato dettato dall’impeto involontario di una ferocia latente. I figli del secolo breve hanno ereditato questa rabbia. Hanno assorbito l’incubo della devastazione nucleare in cui le differenze raziali hanno imploso lo spirito del mondo riducendolo a vittima sacrificale sugli altari dell’anima.
Non è il caso di Massimo Di Stefano. Artista eclettico, intenso, profondo. Lui attraversa il creato e lo congela matericamente dilatandolo sul supporto. Figlio della tradizione creativa novecentesca ha ampliato ed approfondito mediante la propria esperienza il suo gusto estetico sino ad approdare in una sorta di terra di nessuno ove la logica e la fantasia convivono in un unicum indefinito in cui solo lo spirito trova rifugio.
Guarda, osserva, vede. Si cala nelle atmosfere dettate dal mondo circostante e le traduce in arte restituendocele dilatate mediante una sensibilità fuori dal comune. Di Stefano è un artista sui generis. Possiede un grado di umanità dettata da una sensibilità finissima. Mediante la materia e l’assidua ricerca tecnica congela gli elementi ed in essi, infatti, ritrova l’anima del mondo: il cuore profondo delle cose. Mentre il mondo è in lotta ed i popoli scatenano inferni di potere, Di Stefano elabora viaggi siderali atti a purificare la vanità d’un mondo globalizzato che gradualmente sta perdendo il senso profondo delle cose, dei sentimenti reciproci e della bellezza.
In Lui vive questa gioia o speranza, anche se implode a tratti i sé stessa sino a perdere il nesso con le aspettative.
Questo non deve scoraggiarlo, anzi, deve spronarlo a cercare ancora e farci viaggiare nei suoi mondi sommersi. Sommersi perché decantano scientificamente la Natura circostante sondandola in particelle strutturali sino all’origine archetipica ed a sub-unità che ricercano la grandezza di un Dio lontano perché sconosciuto a noi tutti ma presente in essenza. “Dentro….”dice l’artista:”…dentro le cose è contenuta una presenza universale che guida il corso degli eventi.”. Ed aggiunge mentre gli occhi brillano di un candore disarmante:”…una forza misteriosa che ha donato al Cosmo la vita e continuerà a trasmetterla attraverso le cose, oltre qualsiasi superstizione”.
Lui stesso è l’angelo che dona al mondo la sua purezza e la immola in opere senza tempo. Opere che sicuramente sopravvivranno alle leggi estetiche della contemporaneità e che verranno lette attraverso codici culturali delle epoche di riferimento. Ma i gradi di ricezione sono fugaci. Queste opere sono eterne e manterranno sempre le matrici ideali che l’artista ha infuso cromaticamente sui supporti derivando formulazioni archetipiche universali.
Pensiamo a Pensieri in evoluzione (2014), una tecnica mista su polistirene in cui sembra dilatare le possibilità neuronali in slanci passionali di colore che diviene via via in forme direzionali. Stesse considerazioni valide per Tempesta emotiva (2013) o Nelle profondità del subconscio (2014), opere in cui i pensieri prendono forma ed i colori indagano simbolicamente la natura di queste proiezioni interiori. E’ da qui che tutto parte. La mente diviene la sede entropica di una forza smisurata ed incommensurabile. Ancient traces (2014) così come Dancing in the limbic world (2012), costituiscono uno slancio verso il mondo superiore, quasi come se la mente fosse interconnessa ad una rete cosmica di energia pura. La ratio si eleva ad un grado di spiritualità cosmica ed il viaggio ha inizio.
Pensiamo a Dentro il tempo (2011) una tecnica mista realizzata su pannello di legno, in cui interconnette i pensieri al tempo esteriore, generatore dello spazio e delle forme circoscritte da uno stato momentaneo della materia. Discorso comparabile ad un’altra opera metafisica come Le pieghe dell’anima (2011), una tecnica mista su tavola in cui il tempo si congela ed il corpo diviene sintesi perfetta d’un discorso superiore. Before the creation (2014) così come Inside the heart (2012), guarda in superficie con gli occhi interiori di un viaggiatore siderale ed attraversa il macrocosmo in Unforgettable dream (2014) così come in Bassa marea (2012) fino a capolavori indiscussi come Before the creation (2014), quando il miracolo della vita così come noi la concepiamo in questo stadio, non era ancora stata concepita.
Cosmic skin (2010) attraversa oramai le galassie uniformate ad un manto antropomorfico in cui vita e morte, superficie e profondità, luce e tenebra, si amalgamano concettualmente in un divenire assoluto.
La sintesi perfetta di questo viaggio sinaptico tra il micro ed il macro, tra lo spirito e la materia è rappresentato dal capolavoro intitolato Geoembrione (2011), anche questo realizzato a tecnica mista su polistirene. Un semplice corpuscolo sub-atomico viene isolato pittoricamente in una provetta espressiva, ma sondandolo con lo sguardo possiamo verificarne la potenza evocativa sino a comprenderne l’unicità compositiva. All’interno dell’agglomerato cromatico possiamo distinguere pianeti, stelle, galassie strutturate in formazioni materiche quasi indistinte dall’uniformità denotativa. Il mondo, l’universo intero e la vastità di cui facciamo parte vengono così racchiusi in un micro - organismo. Il miracolo della forma, della mente e delle cose esistenti convertono la materia in spirito.
Ed è questo il processo che contraddistingue Di Stefano dagli altri artisti. E’ proprio attraverso la sua capacità di descriverci la materia che ci consente di attraversare lo spirito e di vederlo mediante il flusso cromatico organizzato sui supporti che utilizza.
Caratteristiche non solo evidenti mediante la pittura ma anche mediante l’ausilio della Grafica Digitale. Se la pittura è lo strumento ideale per solcare lo spazio siderale sino a scovarne le pieghe effimere, la grafica digitale ne impressiona l’essenza sublimata.
Pensiamo a Fragment of tears od ai caleidoscopici universi di La vita…come un sogno od alle mirabolanti astrazioni intitolate L'inizio e la fine sono la stessa cosa sino a Costruttivismo decostruttivo. Soul’s explosion ci racconta delle meraviglie del cosmo che irradiano le galassie esattamente come i sentimenti vivono nel nostro cuore.
Your eye è l’immagine dilatata di un occhio umano che, come un mondo lontano agisce seguendo gli impulsi della natura. Ed il viaggio continua attraverso mondi sconosciuti come From a different space così come Anima in tumulto sino a The creation.
E potremmo continuare con centinaia e centinaia di opere che per una via o per l’altra, per un’emozione o per un semplice slancio d’una mente ricercatrice, trasforma la materia manipolandola in un’opera senza tempo. Massimo Di Stefano è un artista psicocreativista figlio del virtualesimo per il fatto di convertire i gradi del realismo astratto precedente ad una ricerca interiore non mirata alla descrizione di ciò che è fuori di noi ma di ciò che è dentro. La sua analisi introspettiva si interconnette al tutto ritrovando nella ragione i misteri dello spirito, nei paradossi della materia la totalità dell’anima e nel cosmo infinito la grandezza dell’Ego. Parliamo di un ego smisurato capace di recepire in una foglia la vastità di Dio.
In questo senso la sua è un’arte siderale che attraversa la vastità dell’Ente di riferimento, attraversando sé stesso mediante una sensibilità fuori dal comune. Queste le premesse per un’arte cosciente, matura ed indirizzata a tutti coloro che oltre agli occhi sono in grado di vedere con il loro cuore.