Giuseppe Ussani D’ Escobar
Massimo Mencarelli
Soul City
Massimo Mencarelli in queste sue opere, che presenta al Jazz Cafè, appare quale esploratore della dimensione spirituale del colore nel suo uso delle tonalità vivaci, gialli e rossi, che incontrano gli azzurri in un attimo di volo celeste e riflessione morbida, fino a precipitare nei neri che emergono quali pozzi di catrame e voragini improvvise. Gli schizzi di nero contaminano la brillantezza dei colori. L’artista è amante delle velature e delle forme che si vanno a sovrapporre. Il colore rende visibile e incarna lo stato d’animo del momento e quindi corre, singhiozza, palpita e respira.
Nell’Aurora Borealis, le velature di pittura generano un paesaggio misterioso che sembra recare in sé uno spiraglio medianico, una porta aperta su un altrove. Fenomeni che si generano da soli grazie alle energie della natura che, all’insaputa dell’artista, posseggono la tela. Clyfford Still, il grande espressionista americano, godeva, nelle sue opere più tarde, di tali visioni incantate.
Nelle opere di Massimo un sentimento febbrile della spazialità costruisce e organizza la danza delle forme. L’artista, nella sua intimità, vive un rapporto speciale con la natura e in particolare con il mare, di conseguenza la sua anima ha sete di infinito e si stacca da terra come un gabbiano in volo ed ecco davanti ai nostri occhi comparire le città dell’anima: sono geometrie che s’intersecano, si scontrano, si sovrappongono; potrebbe trattarsi di binari di una ferrovia sui quali sono stati abbandonati vagoni multicolori, dell’underground di una metropolitana londinese, di una città con i suoi isolati a volte squadrati e a volte disorientati.
I paesaggi del nostro artista vivono nella realtà urbana e nell’incontro con la gente, sono popolati di presenze che possiamo solo percepire, nei cortili degli edifici che emergono quali realtà squadrate…città fantasma.
Mondrian nel suo “Broadway Boogie-Woogie” del 1942-43 contempla dall’alto New York e le sue strade ad angolo retto dove immaginari taxi s’incontrano e la città risuona della sua musica: il jazz. Le città di Massimo vivono di pulsazioni ritmiche e spaziali, di una loro sonorità nutrita dei timbri di colore che rappresentano i clacson dello spirito.
Roma, 29 marzo 2022 Giuseppe Ussani d’Escobar