Maria Luisa Spinello
Massimiliano Cammarata, un artista, una mente geniale, un ispirazione sensibile che tende a fondere nella prospettiva del superamento del reale ciò che è dolore sofferenza e desiderio.
Un fervido animo, un gusto estetico profuso all’interno delle sue ambientazioni narrative dove la tela è tessuto connettivo neuronale: una fitta rete di percezioni emozionali che disintegrano la realtà e la trasformano umanizzandola.
La sua fantasia unita alla memoria storica e all’inconscio collettivo, fanno rito e sacro e storia un elemento unico di arte e cultura.
Nel dettaglio onirico, nella prospettiva teandrica cogliamo il senso dell’uomo, del suo eterno vagare, che si scontra con lo scarto del reale, con le pennellate che imprimono pathos ed emozione.
L’estro deittico di Massimiliano Cammarata viene raggiunto nella sua ultima ricerca artistica,una sete di bellezza che sembra non appagarsi mai, una ricerca mai doma del bello, del reale del passato e delle proiezioni del futuro.
Un animo artistico ma anche onirico, che fa della proiezione il suo punto di partenza e mai di arrivo, Convergono in lui elementi poliedrici che si caratterizzano nella scelta e nella realizzazione di opere con la volontà di esprimere sentimenti comuni al patrimonio dell’umanità.
La ricerca di un archè, di un principio primo generante e generatore, trova la sua pittura la centro di una spiegazione formale della realtà e del cuore, fonte e culmine della sua ispirazione.
Un archetipo antico che ricorre all’interno di una spiccata personalità colta, che si definisce in una ricerca costante.
In alcune delle sue opere come Pearl Harbor (vedi figura) cogliamo un senso pieno della realtà che si coglie nella volontà di lasciare che la realtà goccioli, che il dolore sia liquido e si fonda con l’esperienza del dolore, della speranza e della disperazione.
Una prospettiva positiva della realtà che si coglie solo a tratti, come per una sferzata di speranza che va collocata all’interno della prospettiva ontologica mai soluta del male nel mondo.