Dott.ssa Elena Gollini

 


Il varco pregevole che l'artista Michela Menegazzi riesce ad apri­re e spalancare attraverso il suo fare pittorico ha a che fare ed è inficiante con un mondo sostanziato da un realismo di fondo di matrice figurale, che attinge da una velatura di impronta magica e onirica che lo rafforza ed è composta e costituita dalla potenza delle suggestioni particolarmente impattanti, che colpiscono fin dal primo sguardo. Si tratta di una pittura di sostanza e non di semplice esercizio estetico fine a se stesso e a se stante, che emerge e si alimenta anche delle più profonde e recondite zone dell'in­conscio e dell'ego intimo, oltre che dell'afflato razionale e trova la sua effi­cace e incisiva capacità espressiva in un linguaggio comunicativo pregnan­te, che diventa un suo proprio personale esclusivo codex caratterizzante e qualificante. L'arte di Michela si sta progressivamente sviluppando ed evolvendo perfezionandosi e affinandosi nella resa scenica e nella struttura narrativa e merita senza dubbio una positiva attenzione e considerazione. Le linee guida che Michela segue come orientamento di spunto e di riferi­mento si possono accostare e avvicinare a una tendenza legata e connessa agli stilemi della tradizione figurativa, ripercorrendo la storia dell'arte in modo trasversale e perseguendo uno stile garbato, sobrio e pacato, senza eccessi, senza orpelli e senza ridondanze sofisticate ed evitando di genera­re meccanismi troppo complessi e complicati di orchestrazione composi­tiva, cercando invece un contatto diretto e immediato con lo spettatore e una spontanea, fluida e naturale coesione di scambio e di interscambio, per arrivare a una condivisione reciproca autentica e senza forzature. Il buon gusto innato e la propensione verso il senso del bello e della bellezza la stimolano nella ricerca di una visionarietà elegante e raffinata, con acco­stamenti sempre congeniali e adeguati anche a livello cromatico e tonale e con una compostezza ordinata e armoniosa nelle sequenze strutturali, che conferisce un equilibrio di insieme impeccabile. Astrazione e realtà, reale e fantastico, sogno e verità, creano all'interno del contesto pittorico una profusione di sensazioni percettive molto coinvolgenti e danno vita ad una dimensione speciale precipua ad accogliere scenari e suggestioni, che fanno da snodo nevralgico e cruciale nell'assetto compositivo tematico. Il carisma creativo di Michela si riflette e si rispecchia appieno nel suo operato e trasmette un quid molto accattivante alle opere e al contempo la spiccata sensibilità le riveste di delicata e suadente grazia poetica. Il colore e la luce con gli effetti luminosi e i giochi chiaroscurali assumono connotati di rilevante importanza e sono indispensabili nell'impianto compositivo e consento di costruire quel dop­pio piano di lettura e quella duplice fase di fruizione a cui Michela tiene moltissimo porre dinanzi lo spettatore.


L'arte di Michela offre una propria definita e compiuta manifestazione espressiva, che si congiunge ad un approccio profondamente empatico con la creatività e con la vena creativa, che assume e riveste un ruolo determi­nante unitamente ad una predisposizione squisitamente votata e declinata al femminile, che amplifica la visione di ricerca di una propria impronta coerente, moderna, ma al contempo aderente a valori e principi cardine im­prescindibili. Sentirsi donna-artista pienamente e perfettamente realizzata nell'aver trovato un proprio equilibrio mentale la fa sentire compiaciuta e gratificata nella sfera personale e creativa, consentendole e permettendole di raggiungere un equilibrio poetico-pittorico altrettanto radicato e con­solidato.


 


                                                 Recensione critica a cura della Dott.ssa Elena Gollini




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