Brunello Mannini
Mitzy Casareni, quando il sole è dentro... Si potrebbe dire che Mitzy contenga il sole dentro di sé per quella pulizia di contenuti, brillantezza di colori che confortano e allietano chi guarda. E badate che non è una sentimentale che vede il mondo con la generosità di occhi infantili, ma cresciuta dentro e levigata forse da esperienze maturate e nutrite come particelle di sé, è una pittrice che sa intuire, che vuole intuire, che pretende armonia e chiede con insistenza per poi tradurla in cromatismi accesi che tuttavia parlano di passaggi progressivi e continua ricerca. Ci siamo arrivati, pare che dica, ma il colore è maturato con la volontà di chi vuol vedere. E la gioia si fa strada nel suo percorso creativo, si modella in fiori, alberi e frutta, tutta da prendere, stringere e godere. E il pennello scivola sulla tela con la maestria di chi vuole arrivare. La sua cifra pittorica è la coerenza di una mente tranquilla che scorge la lampeggiante visione di una natura buona anche troppo paziente, alla quale la pittrice concede quell'assenso che essa sembra pretendere. Così arte e natura procedono di pari passo, con deliziosa amabilità in perfetta simbiosi. Nemmeno ci si chiede a chi voglia ispirarsi. Quando i suoi campi di lavanda sembrano uscire dalla tela, abnormi e colorati, tutti da assaporare, non c'è tempo per domandare cosa abbia voluto tradurre in pittura, si odora e basta e la nostra mente non è offuscata dagli infiniti messaggi intricati e contorti che generalmente qualunque artista si porta dietro.
La semplicità di un papavero che sembra un papavero, e non nasconde inquieti messaggi, corrisponde alla nostra idea di papavero, iscrivendosi in quella categoria. Pulsioni di una mente allenata a vedere il bello e a cimentarsi in maniera tranquilla nella sua riproduzione e tuttavia capace di leggere il reale pur nella semplicità della trasposizione pittorica. Corposa e genuine, ricca di fermenti innovativi in una trama di passaggi cromatici che non vogliono tuttavia far disperdere l'idea dell'oggetto riprodotto. Semplicistica o semplice o semplicemente e ci concediamo un bisticcio di parole, un'artista che riconosce nella natura l'importanza della sua parte nella quale interagisce con la forza del pennello. Mutazioni senz'altro è possibile che avvengano, la crescita prevede cambiamenti, ma ben innestati nella sua esperienza pittorica nella quale neppure ci domandiamo da quanti anni si cimenti, sempre tuttavia in conformità della sua natura solare.
Ogni dipinto "leale" coinvolge il pittore in ciò che racconta e nel come, né lo delude quale metafora dell'ego. I dipinti di Mitzy Casareni sono consoni a tale assunto e dunque guardano con occhi pienamente sinceri. Maggiormente interessati a presenze "naturali", i suoi lavori ad olio si distinguono per dolcezza di mano e una cromatica attinta da quei modelli di riferimento che ancora oggi continuano ad essere impropriamente assimilati al "vero" ma che direi neoiperreali. Per altro la volontà istintiva a non tradirli realizza un valore aggiunto che testimonia circa le risorse di capacità espressive proprie dell'artista. Infatti in nessun quadro, fra quelli visionati, ho avvertito il fastidio di quel "dejà vu" e tantomeno della tendenza al "vetrinismo" bottegaio. Quanto alla dosata dolcezza della tessitura pittorica, sia in termini di "zummata" che di "panoramica", la medesima invera l'amplesso che la Casareni riserva al naturale in una aspettativa di solitudo. Un isolamento poetico remunerante perché la veicola nel metafisico Eden dove ogni volta rinasce per essere genuinamente se stessa.