Sandro Allegrini
Il lavoro di Monia Romanelli propone forme e cromie di intensa vitalità, tese a declinare una concezione di vita esaltata dai colori di un’affabulazione brillante e gioiosa.
Il tutto è reso in esplosioni, esaltazioni, composizioni e campiture che gridano la forza incomprimibile dell’esistere e soggiacciono alla seduzione incoercibile della natura.
Forma e contenuto vivono in perfetta simbiosi anche nella sua ultima produzione, in cui traspare una concezione più meditata dell’esistenza. Qui prevalgono i monocromi nelle tonalità diafane di un mondo reale che svapora nel sogno: quasi una via di fuga da un’immaginazione giovanile che ha voglia di ripiegarsi in una prospettiva più umbratile, matura e riflessiva.
Pittura, forse, come pretesto per raccontare una dimensione da giardino segreto, in cui perfino il fiore dal colore più vivo svanisce nella diegesi di una purezza che tende all’assoluto.
Immagini che si propongono, dunque, come poesia sussurrata e perfino silenziosa. Perché nell’arte, come forse nella vita, ogni parola può essere di troppo.
Così hai l’impressione che la pittura di Monia ormai rifugga dall’estenuarsi in una vana imitatio naturae e decida, piuttosto, di rappresentare una realtà interiore. Limpida e assoluta fino all’astrazione. Incontaminata.
Sandro Allegrini