Marilena Spataro
Sulla soglia dell'eternità
Universi interiori, invisibili, che si offrono all'occhio sensibile sotto forma di volte celesti trapuntate di stelle brillanti, di languide notti lunari, di avvolgenti notturni luccicanti su antiche vestigia in un cosmico abbraccio tra passato e presente, di alberi spogli protesi come mani, di mani protese come alberi oltre la finitudine umana, ad afferrare l'infinito per carpirne i piu' profondi segreti. È un sincero desiderio di dialogo tra terra e cielo che emerge nei dipinti di Nicoleta Badalan, un'esigenza dell'anima che nel sostanziarsi attraverso il colore e l'immagine oltrepassa il visibile in una sintesi che si fa poesia, rarefatta atmosfera che conduce verso l'eterno. Ed è sempre a questo slancio perenne verso un eterno che trae radici e linfa dall'umano, che si ispirano le più recenti opere dell'artista dove il dialogo tra cielo e terra si affida piuttosto a un femminile dove il tramite é dato dal corpo. Così la sinuosità e leggerezza di un giovane corpo con due enormi ali d'angelo piumate, incastonate lungo i fianchi fino ad arrivare oltre le spalle, diventano spunto simbolico, allusione del volo. Volo inteso come metafora del viaggio lungo i percorsi della vita in un progressivo elevarsi verso la trascendenza, un rimando questo presente in tutti i dipinti di Nicoleta Badalan, così nei coloratissimi balloons pronti a lanciarsi verso il cielo come nella fanciulla che con passo rapido e leggero si avvia, quasi in una danza, lungo un immenso prato verde come a spiccare il volo verso ben altri prati, prati della speranza, pascoli del cielo dove il sereno regna similmente alle più limpide notti trapuntate di stelle. Tutto torna nella pittura di questa artista ed é magia laddove la sua poesia si fa preghiera “in cielo, come in terra”. È slancio divino. E' preghiera cosmica che rinnova il legame tra l'umano e il divino. Tra ciò che è stato, che e', che sarà.
È questo un universo artistico e poetico che caratterizza tutto il lavoro della Badalan, anche quando il suo interesse si rivolge al ritratto. Non si può non restare toccati e non emozionarsi davanti al ritratto di dolcissimi volti di donna che con occhi stupiti, quasi sgranati, azzurri come lembi di cielo (secondo la migliore iconografia angelica) o verdi come prati celesti, ti vanno scrutando il cuore e con esso scrutano la lontananza, quella stessa lontananza che separa l'umano dal divino e che urge colmare.
La scommessa è trovare la porta di accesso oltre la quale si disvela il segreto che l'anima cela sulla soglia dell’eternità. Una porta che Nicoleta Badalan sembra avere trovato.
(Marilena Spataro)