Nino Principato
L’UNIVERSO FANTASTICO DI NUNZIO ARDIRI
Nunzio Ardiri da sempre legato alla città di Messina (anche se vive ed opera a Catanzaro), espone le sue opere in un’esplosione di colori che, contrariamente ad altri esplosivi di tragica memoria e di tragica attualità, non uccidono ma esaltano il paesaggio, la natura, la bellezza.
E Ardiri lo fa con la semplicità e la purezza dell’autodidatta, non contaminate da sovrastrutture o da pesanti accademismi, e per questo i suoi dipinti spesso raggiungono le vette della poesia, che è poesia dell’anima. E l’anima la si può cogliere in un mondo incontaminato, nella triade “Dio, il Cosmo e la Pace” che è il titolo di una sua opera dove sono messi a confronto, e direi meglio in simbiosi, i simboli delle tre religioni monoteiste più diffuse del mondo: la Torah ebraica (la menorah a sette braccia), la Croce cristiana e la Coranico-Islamica (la mezzaluna con la stella).
Pittura di messaggi, anche, quella di Ardiri, messaggi di bellezza del creato divino (farfalle, fondali marini, fiori, paesaggi, animali), messaggi di bellezza del creato umano in una visione a volte surreale e metafisica (la colonna dorica greca di Capo Colonna a Crotone in Calabria, “Le Castella”), messaggi di bellezza del Dio dell’Universo (il sistema solare, le galassie, la Via Lattea, i pianeti, le comete, le nebulose, le eclissi di sole e di luna) dove la mente vacilla e l’uomo e la donna si sentono piccoli granelli di quell’Universo che è infinito, che è annullamento del tempo e dello spazio, che è Dio.
Ma la ricerca di Nunzio Ardiri non è ripetitiva e non si ferma qui perché indaga anche sui misteri della Fede, sulla spiritualità, quella spiritualità che trova la sua espressione più bella nelle semplici Madonne, volutamente naïf ma estremamente popolari perché il divino risiede dappertutto, come nella Madonna di Porto, olio, acrilico, materia e 105 gemme su tela del 2016, donata alla Basilica omonima a Gimigliano in provincia di Catanzaro.
E’ in tema di religiosità, la riproduzione raffigurante il Cristo Benedicente del “finto mosaico” nell’abside maggiore della chiesa di Santa Maria della Scala annessa al Collegio dei Gesuiti “S. Ignazio” a piazza Cairoli, criminalmente demolito con la chiesa nel 1975.
Oltre al dono di questa riproduzione che può vedersi esposta nella nuova Cappella dedicata a S. Maria della Scala alle spalle dell’”Oviesse”, Nunzio Ardiri ha riprodotto magistralmente “S. Ignazio-guerriero” e “S. Ignazio-sacerdote”, due bassorilievi di Antonio Bonfiglio che ornavano la scalinata che immetteva nel cortile interno, distrutti insieme al complesso religioso.
In un momento del suo percorso artistico Ardiri ha voluto anche rendere omaggio ai giganti dell’arte, Caravaggio, Leonardo, Antonello da Messina, riproducendo in maniera impeccabile alcune loro opere-simbolo.
E lo ha fatto da autodidatta: ma quanta lezione di spiritualità, quanta lezione di bellezza, quanta lezione di genuinità promanano dalle sue opere.
Nino Principato