Virginio Pararini
Paolo Avanzi infatti scompone la figura umana come se fosse vista attraverso un vetro smerigliato: in questo modo la “figura madre” finisce per essere ricomposta attraverso una proliferazione di piccoli doppi deformati e distorti, che visti da vicino ci appaiono come piccoli quadri espressionisti, e visti da lontano rivelano l’impronta sostanzialmente icastica (realistica).