Profilo Aldo Maria Pero 2011
Il profilo di Aldo Maria Pero
Molti artisti, spesso senza proclami, hanno trasformato la propria esistenza in una vera e propria milizia artistica: si pensi, per fare un solo esempio, a Vincent van Gogh, che non seppe mai distinguere esattamente il sentiero della vita da quello dell'arte e la cui massima preoccupazione nei periodi trascorsi in ospedale era la garanzia di poter continuare a dipingere. Non sono peraltro mancati molti fatui personaggi che hanno preteso di essere artisti per il solo fatto di collezionare stramberie. Ai due estremi di questo orizzonte si collocano personalità che, pur avendo molto "costruito" la propria vita pubblica, erano genî autentici come Salvador Dalí ed altri per i quali l'arte è una componente indispensabile del loro spirito e che vivono momenti di straordinaria rarefazione in virtù dell'improvviso insorgere dell'ispirazione che li trascina davanti alla tela. Come accade a Patrizia Testoni, una donna il cui spirito vibra quando si sente in sintonia con la natura, che con assidua applicazione dipinge avvertendone la forza misteriosa che sostanzia le campagne, i declivi, gli alberi, i cieli, gli uccelli raminghi, lontani fra le nubi o nella pienezza del meriggio estivo. Una pittrice che sa imprimere una sua interpretazione alla deserta presenza umana, allorché raffigura casolari ed abitazioni in atmosfere sulle quali incombono ignote presenze. Un'artista che è capace di dialogare con la luna annullando gli spazi siderei per catturare l'astro notturno o per conferirgli un rosso e minaccioso aspetto, come se gli echi della terra vi si rifugiassero ed il sangue di mille ingiustizie colorasse gli orizzonti notturni. Non è più la luna di «Saffo divina dai crini di viola» cantata da Alceo o la pallida luna, testimone delle sventure umane, rimirata insieme alle «vaghe stelle dell'Orsa» dal giovane Leopardi nei cieli di Recanati. È una luna greve, carica di simboli, immagine di tutti i tremori dell'esistere.
La rossa luna di Patrizia Testoni è soprattutto la conferma che il suo modo di dipingere erratico, istintivo e per questa ragione prezioso, sta accentuando il processo di progressiva personalizzazione da un semplice approdo di carattere impressionistico ad una sempre più significativa meditazione, che indirizza le risorse dell'artista verso mete di carattere espressionistico non prive di interessanti evasioni tra il metafisico e il surrealistico. Mi pare addirittura di poter affermare che dall'inizio di quest'anno, da La casa di Rosa in poi, l'insieme dei fattori che rendono possibile l'opera d'arte –invenzione, tecnica e stile- siano in Patrizia notevolmente maturati, tanto da far prevedere nel prossimo futuro altri significativi e maggiori frutti.