Luciano Budigna
“[…] La ricerca pittorica che Pietro De Simone va portando avanti con sottile sensibilità ed esemplare coerenza da molti anni a questa parte, muove da una esigenza di soluzione autonoma del problema spazio – forma che, del resto, è alla base di tutta la pittura contemporanea dalla fine della grande avventura impressionista all’inizio dell’ambigua stagione degli sperimentalisti eteronomi […] Nella serie delle tempere è ben avvertibile infatti la sua piena disponibilità alle suggestioni di una materia pittorica che, oltre a una lievità trascolorante, intasamente allusiva, per nulla definitorio del giuoco luministico, consente larghe possibilità di variazioni e di approfondimenti cromatici. Ne risulta una pittura apparentemente gracile, quasi “estenuata”, in realtà costruita con l’interno vigore, con la saldezza architettonica degli affreschi quattrocenteschi sbiaditi sui muri delle chiese […]”