Aldo Spinardi
Pio Carlo Barola, in virtù della sua prorompente giovinezza, ama da ogni fiore o frutto trarre un simbolo ed il suo simbolismo è scoperto, senza bisogno del codice per svelarlo: il fiore è il simbolo della vita e diventa frutto, le erbe che come spiritelli salgono dalla terra sono anch?esse simbolo di vita che freme, che ferve, le farfalle simboleggiano la libertà, ma anche quanto di effimero ci sfiora e ci sfugge. La spiga, il frutto originato dal fiore si accompagna al concetto di maternità, e se talvolta la rosa, il garofano, l?iris trovano fertile terreno, collocazione naturale nel luogo dove nasce la vita, questa figurazione non si tinge di sensualità, ma conserva una sua castità fiorita.
I cieli di Pio Carlo Barola sono come lingue di fuoco che investono tutto l?universo ed ora sono azzurre, celesti ed ora anche amaranto, rosse, gialle: è chiaro che vogliono ripeterci che nulla vi è di statico, di morto, in questo mondo, che tutto è movimento, e l?osservatore attento potrebbe affermare non soltanto che in quelle lingue sfuggenti c?è vita, ma addirittura uno stormo di esseri non inseriti in involucri materiali.
Anche i paesaggi di Pio Carlo Barola sembrano costituiti da onde successive e così i laghi, le colline, i cieli che si chiudono all?orizzonte. Ma non è facile scoprire paesaggi senza il suo fiore preferito, la rosa, senza gli spiritelli verdi che sembrano voler abbandonare la terra per salire verso il cielo, senza le sue fanciulle, che con le loro zone soleggiate, luminose e le zone più scure, ombreggiate, richiamano il profilo delle colline: la terra è madre, su di essa si riflettono i raggi del sole, su di essa cadono le ombre, ora a significare la pace di cui hanno bisogno gli uomini, ora a suggerire un desideri di intimità. E se, in ?Omaggio a Gauguin? le lingue che invadono il cielo, anzi, sono la vita del cielo stesso, acquistano bagliori di fuoco, come i pampini delle viti in questi giorni d?autunno, allora si scopre che l?amore alla terra del nostro artista, la sua simbolica osmosi tra la donna e la collina, tra la collina e la donna, ha la sua fonte generosa naturalissima nel Monferrato, dove Pio Carlo Barola è nato e al quale è strettamente legato.
Torino, 1978