A Roma 30 anni senza PAZ

Roma - A 30 anni dalla scomparsa del mitico Paz, una grande mostra ne celebra l’estro eclettico, riunendo al Mattatoio Testaccio di Roma le sue più celebri creazioni in versione originale insieme a due chicche inedite che sembrano fatte apposta per incuriosire i fan.

Ma Andrea Pazienza, trent’anni senza non è soltanto un evento cult per gli aficionados di uno dei più amati disegnatori italiani. Oltre che a loro, i curatori Mauro Uzzeo, Stefano Piccoli e Alino hanno dedicato un pensiero speciale “ai lettori delle nuove generazioni, alcuni dei quali non sanno che molti giovani fumettisti si ispirano proprio a lui. Ci siamo concentrati sul Pazienza fumettista, dagli esordi fino all’ultima opera rimasta incompiuta. E ci sono ovviamente i suoi capolavori, Penthotal e Zanardi in primis”.

A completare il quadro, stuzzicanti incursioni alla scoperta del Paz vignettista e illustratore, tra opere iconiche, scritti, schizzi e bozzetti ritrovati nel suo immenso archivio artistico.

Singolare la storia di uno degli inediti, un dipinto composto da otto tele alte più di due metri che rappresenta Zanardi a cavallo. “Un vero gioiello”, nelle parole di Uzzeo, scoperto in casa del regista Matteo Garrone, che lo teneva appeso in camera del figlio. Priva della caratteristica firma – caso strano per Paz – e sconosciuta anche agli estimatori più esperti, l’opera ha suscitato inizialmente una certa perplessità, nonostante il tratto fosse proprio quello dell’autore marchigiano. A convincere i curatori è stata una vecchia fotografia di Pazienza al Luneur di Roma, scattata proprio durante la realizzazione del lavoro.

Il secondo inedito è invece un ritratto di Stefano Tamburini, tra i fondatori della rivista Frigidaire e grande amico di Paz, a cui lo accomuna la scomparsa in giovane età a causa di un’overdose di eroina.

Creata poco dopo la morte di Tamburini, la tavola “commosse il gruppo intero - consapevole che Andrea facesse uso di droga - al punto che si decise di non pubblicarla e di utilizzare come suo ricordo un disegno meno emotivo e più divertente”, racconta Uzzeo.

Dopo i successi delle mostre su Hugo Pratt (2016) e Milo Manara, al Mattatoio sono dunque di casa le caricature di Perché Pippo sembra uno sballatoe La leggenda di Italianino Liberatore, la poesia della Storia di Astarte o Il perché delle anatre, Le straordinarie avventure di Penthotal e la saga di Zanardi, senza dimenticare le spassose tavole dedicate a Sandro Pertini, un personaggio molto amato da Andrea. Fino a Gli ultimi giorni di Pompeo, “probabilmente il più importante, esorcizzante e traumatizzante graphic novel italiano del XX secolo”, scrivono i curatori: un’opera fortemente autobiografica che inserì definitivamente Pazienza “nell’empireo della letteratura disegnata”.

La mostra sarà visitabile fino al 16 luglio in esclusiva nazionale al Mattatoio Testaccio di Roma.

Articolo pubblicato su: http://www.arte.it/notizie/roma/a-roma-30-anni-senza-paz-14603