Anticipazioni. Il Giovane Tintoretto alle Gallerie dell’Accademia di Venezia
A settembre una esposizione curata da Roberta Battaglia, Paola Marini, Vittoria Romani, ripercorre, attraverso circa 60 opere, il primo decennio di attività del pittore, il più veneziano tra gli artisti del Rinascimento, colui che più ha “segnato” Venezia con il marchio inconfondibile del suo genio
VENEZIA - Dal 7 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, ospitano una mostra dedicata al più veneziano tra gli artisti del Rinascimento, ovvero Jacopo Robusti detto il Tintoretto, che con il suo genio pittorico inconfondibile riuscì ad impressionare anche artisti come El Greco, Rubens e Velasquez e ad anticipare per molti versi la sensibilità di artisti contemporanei.
L’esposizione, a 500 anni dalla nascita dell’artista e a 80 dall’ultima mostra a lui dedicata in città, si svolge in contemporanea con un’altra straordinaria monografica a Palazzo Ducale, centrata sul periodo più fecondo della sua arte – dalla piena affermazione, verso metà degli anni Quaranta del Cinquecento, fino agli ultimi lavori.
La mostra alle Gallerie dell’Accademia, dal titolo “Il giovane Tintoretto”, ripercorre il primo decennio del pittore veneziano, dal 1538, anno in cui è documentata un’attività indipendente di Jacopo Robusti a San Geremia, al 1548, data del clamoroso successo della sua prima opera di impegno pubblico, il Miracolo dello schiavo, per la Scuola Grande di San Marco, oggi vanto delle Gallerie dell’Accademia.
26 eccezionali dipinti dell’artista sono affiancati da prestiti provenienti dalle più importanti istituzioni pubbliche e private del mondo. Dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Washington, dal Museo del Prado di Madrid agli Uffizi di Firenze, dalla Galleria Borghese di Roma al Kunsthistorisches Museum di Vienna, dal Museum of Fine Arts di Budapest alla Fabbrica del Duomo di Milano, dalla Courtauld Gallery di Londra al Wadsworth Atheneum di Hartford. Tra i capolavori del maestro si segnalano in particolare la Conversione di San Paolo della National Gallery of Art di Washington e l’Apollo e Marsia di Hartford, esposti ora per la prima volta in Italia, il Cristo tra i dottori della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, la Cena in Emmaus di Budapest e i soffitti provenienti da Palazzo Pisani a Venezia, ora alle Gallerie Estensi di Modena.
L’esposizione, articolata in quattro sezioni, segue un ordine cronologico che consente di chiarire il percorso creativo dell’artista e soprattutto le modalità con cui Tintoretto acquisì e trasformò i suoi modelli per sviluppare uno stile drammatico e rivoluzionario, attraverso le suggestioni ricevute da Tiziano, Pordenone, Bonifacio de’ Pitati, Paris Bordon, Francesco Salviati, Giorgio Vasari, Jacopo Sansovino, presenti in mostra con opere significative.
Esposti anche dipinti e sculture di artisti della generazione di Tintoretto che lavorarono nello stesso ambiente, tra i quali Andrea Schiavone, Giuseppe Porta Salviati, Lambert Sustris e Bartolomeo Ammannati.
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