David Hockney e Kerry James Marshall: annunciati altri top lot da Sotheby’s NY
Altri grandi annunci per questa calda primavera newyorkese. Sotheby’s pochi giorni fa ha annunciato altri due grandi nomi dell’arte americana contemporanea per l’asta del 16 maggio: l’inglese, ma americano “adottato”, David Hockney e la star dell’arte afro-americana dell’ultimo secolo, Kerry James Marshall.
Del primo sarà presentato un monumentale vivace paesaggio di ispirazione fauvista e dai colori accesi del suo periodo Californiano: Pacific Coast Highway and Santa Monica (1990). Parte della serie limitata di monumentali paesaggi californiani, si tratta di un’opera davvero significativa nella carriera di David Hockney. L’ambizioso dipinto, splendente nelle sue sfumature di colore mandarino, rosa, lavanda e ceruleo è infatti un importante esempio dell’ardito uso del colore da parte dell’artista, una caratteristica che ha poi identificato tutto il suo stile. L’opera è molto simile ad altri suoi capolavori oggi parte delle maggiori collezioni del mondo, come quella del Los Angeles Museum of Contemporary Art, del Museum Ludwig di Colonia e del Walker Art Center di Minneapolis.
Tuttavia questo olio su tela del 1990 è anche una testimonianza dell’importanza della tradizione pittorica per l’artista, un riferimento fondamentale per Hockney: in particolare qui è evidente l’ispirazione del Fauvismo e del Post Impressionismo.
Allo stesso tempo però Hockney qui si trova al confine fra il superamento della pittura e il volgersi già verso un’arte più concettuale e soprattutto verso la fotografia. L’opera inoltre negli ultimi anni è stata protagonista di un notevole tour mondiale, che l’ha vista esposta in tutte le maggiori istituzioni del mondo, parte delle ultime celebri retrospettive dell’artista tenutesi fra la Tate Britain di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e il Metropolitan Museum of Art di New York. Presentata con una stima di $20/30 million, Pacific Coast Highway and Santa Monica è stata caricata di una aspettativa molto alta da parte degli esperti: si prevede infatti che l’opera possa duplicare il precedente record in asta dell’artista di $11.7 milioni, segnato proprio da Sotheby’s nel 2016 con Woldgate Woods (2006)
David Galperin, direttore dell’asta serale di maggio a NY, ha commentato: «A seguito del suo tour in sensazionali retrospettive museali nello scorso anno, siamo onorati di portare questo esuberante monumentale paesaggio sul mercato per la prima volta a maggio. “Pacific Coast Highway and Santa Monica” è davvero il trionfo della particolare visione di Hockney: un panoramico e caleidoscopio inno alla sua città adottiva. Sostanzialmente noi prevediamo di stabilire un nuovo record per l’artista in asta, con uno dei più conosciuti dipinti della sua amata California».
Le opere più importanti di Hockney e parte delle sue serie più famose e desiderate di lavori, come i doppi ritratti e le rappresentazioni di piscine, si vedono in realtà sempre più raramente in asta, ma la domanda per esse, anche per questo motivo, è in continua crescita. Besta guardare ad alcune cifre per rendersi conto dell’entità del mercato attuale dell’artista: Il totale delle vendite di Hockney l’anno scorso in asta è stato di $43.3 milioni, rispetto ai $35 milioni del 2016,da quanto riporta il database di Artnet.
L’altro grande nome che sarà protagonista da Sotheby’s a maggio è invece uno dei più importanti artisti dell’arte afro-americana dell’ultimo secolo, Kerry James Marshall, la cui opera ha visto proprio lo scorso anno la sua definitiva consacrazione con una grande retrospettiva che ha girato un po’ tutti gli Stati Uniti, accompagnata da numerosi risultati in asta a 7 cifre: era infatti il novembre del 2014 quando l’artista raggiunse per la prima volta il milione in asta, ma già un anno e mezzo dopo una sua opera veniva battuta a $2 milioni, fino poi allo scorso novembre, quando una sua opera fu venduta a $5milioni (pare che a comprarla sia stato Jay Jordan).
Ora Sotheby’s conta di capitalizzare questi risultati presentando quello che è considerato uno dei suoi più grandi capolavori, Past Times, realizzato dall’artista per il Chicago’s Metropolitan Pier e l’Exposition Authority, e acquisito nel 1997 per esporlo nell’edificio Sud del McCormick Square Campus. La stima è di $8/12 milioni e sembra che quest’opera sia destinata a segnare il nuovo record mondiale in asta dell’artista con una cifra anche nettamente maggiore.
E’ stata uno dei pezzi centrali della sua grande retrospettiva Kerry James Marshall: Mastry, tenutasi appunto con un ampio tour nel 2016/7 fra il Museum of Contemporary Art di Chicago, il Metropolitan Museum of Art di New York e il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, ma è stato anche uno dei più acclamati e apprezzati highlight della Whitney Biennial del 1997, dove debuttò per la prima volta.
Considerato oggi uno degli artisti americani viventi più importanti, Kerry James Marshall, da sempre cerca di forzare i confini, le restrizioni e i canoni della storia dell’arte tradizionale, puntando a restituire una dignità di presenza all’interno di essa anche ad una “arte nera” , e così ridefinire il passato, il presente e il futuro delle convenzioni culturali e artistiche più tradizionali americane e internazionali, in un mondo ormai globale e cosmopolita.
L’artista ha sempre lamentato, infatti, come per lui il fare arte, per quanto innato nella sua personalità, sia sempre stata un’esperienza in qualche modo remota, essendo d’origine afroamericana.
Aveva infatti raccontato tempo fa all’Albany Times Union: «L’arte non è incorporata nella cultura della black America come una cosa da essere celebrata […] I bambini di colore vanno al museo, e tutto ciò che vedono è il riflesso delle tradizioni Europee e Greche. Vedono molte rappresentazioni di persone bianche. Perchè dovrebbero continuare ad andare in un posto in cui tutte le persone che vedi non sono di colore?»
Quando era alle scuole elementari, Marshall racconta di aver aperto un libro “Great Negroes Past and Present” e aver così scoperto la figura di Charles White, noto per la sua abilità nel realizzare disegni, dipinti e litografie in b/n, o seppia/bianco.
Past Times è particolarmente esemplificativa ed emblematica di questa sua poetica totalmente volta a reclamare una presenza di persone di colore all’interno dei canoni dell’arte occidentale. Past Times infatti cerca di re-immaginare la storia dell’arte, a partire proprio da famosi modelli di scene bucoliche e agresti della grande arte occidentale: La Tempesta di Giorgione, Le Déjeuner sul l’herbe di Édouard Manet’s o A Sunday on La Grande Jatte di Georges Seurat, sono solo alcuni dei vari illustri riferimenti che quest’opera sembra chiamare provocatoriamente all’appello.
Il lavoro finale racchiude una profonda dimensione critica: le consuete figure di aristocratici in ozio vengono provocatoriamente sostituite da persone di colore che si rilassano sulla riva del Lago Michigan a Chicago, in uno scenario del tutto moderno e industriale dove anche le barchette e i parasole sono sostituiti da barche a motore, scii d’acqua e stereo portatili, e la brezza estiva soffia fra le note di Motown e Snoop Dogg. Si crea proprio così la frattura, quel punto critico che interrompe la visione pacificata della scena e ne rivela tutta la portata critica e l’impegno politico forte, tanto da farsi un’espressione di decisa rivendicazione, aldilà della raffigurazione di superficie.
Questo immenso dipinto di più di 2m x 3m costituisce inoltre un’estensione della serie di opere più importanti dell’artista, i dipinti del “Garden Project”, realizzati fra il 1994-5 ed esposti per la prima volta a Documenta X a Kassel nel 1997. La serie comprende 5 opere monumentali che rappresentano tutte scene quotidiane di persone di colore in romantici scenari di cortili di zone residenziali di Los Angeles e Chicago, compresi quelli dove l’artista passò la sua infanzia. Concentrando l’attenzione nel deciso contrasto fra una nozione idealizzata di comunità e la dura realtà delle aree residenziali a basso reddito, così poi come sulla mancata connessione fra le scadenti situazione di vita immaginate da chi sta fuori, rispetto alla speranza che conservano quelli dentro, Marshall sottolinea le incongruenze di una dura realtà urbana multistrato.
Considerati da molti come la grande svolta nella carriera artistica di Marshall (sono le opere che ne segnarono la consacrazione internazionale) gran parte dei dipinti di questa serie dei Garden Project si trova oggi in importanti collezioni museali americane come quella del Denver Art Museum, dell’Art Institute of Chicago e del Crystal Bridges Museum of American Art.
A seguito del completamento di questa importante serie nel 1995, Marshall creò anche altre 3 opere di enormi dimensioni e grande complessità, l’ultima delle quali è proprio questo lavoro del 1997, che andrà in asta da Sotheby’s.
Saara Pritchard, Senior Specialist in Contemporary Art per Sotheby’s, ha infatti sottolineato: “Past Times è un indiscutibile masterpiece di Kerry James Marshall, che al contempo va a definire ma anche a trascendere la nostra epoca. Un’opera artisticamente molto complessa, che racchiude impegno politico ed è un lavoro significativo nella carriera dell’artista, oltre che un’opera d’arte davvero maestosa; nel stare di fronte a questo impressionante dipinto, si scoprono diversi strati e livelli di significato, racchiusi in ogni dettaglio. Past Times si unisce ad altri grandi capolavori dei maggiori artisti viventi contemporanei, compresi quelli donati per l’iniziativa Creating Space: Artists for The Studio Museum in Harlem”.
Articolo pubblicato su: http://www.artslife.com/2018/05/13/david-hockney-kerry-james-marshall-nuovi-top-lot-sothebys-ny/