Evita e Juan Perón: documenti inediti e cimeli in asta da Bertolami Fine Arts

Un’asta che porta i colori dell’Argentina: “Evita e Juan Perón: lettere, documenti e cimeli”. Il 14 giugno a Roma da Bertolami Fine Arts

Tutti i lotti presenti in catalogo provengono dalle residenze argentine della Famiglia Perón e dall’archivio di Puerta de Hierro, la residenza spagnola in cui il Generale Perón e la terza moglie Isabelita trascorsero larga parte degli anni dell’esilio.

“Quando Mario Rotundo si è presentato a Palazzo Caetani Lovatelli, la sede romana di Bertolami Fine Arts, accompagnato da cinque pesanti scatoloni, non potevamo immaginare che la congerie di documenti, lettere, fotografie, oggetti, video e audio registrazioni inzeppati al loro interno ci avrebbe permesso di ricostruire una storia appassionante e a tratti incredibile, un pezzo di storia del ‘900, il secolo intenso e terribile che ci siamo lasciati da poco alle spalle”.

Mario Rotundo è il presidente di Fonpace Italia, la o.n.l.u.s. a cui il Generale Perón ha voluto fossero donati tutti i suoi beni mobili e la storia di cui parla Giuseppe Bertolami, amministratore unico della casa d’aste romana, è, ovviamente, quella di Juan Domingo Perón, di sua moglie Maria Eva Duarte – la carismatica Evita idolatrata dai descamisados – e di Maria Estela Martinez Cartas, quell’Isabelita che Perón aveva sposato negli anni dell’esilio, associato al potere nel breve periodo del ritorno in patria e che divenne Presidente della Repubblica Argentina alla morte del marito.

Dai materiali in asta emerge un appassionante scenario in cui le vicende umane della famiglia Perón si intrecciano a quelle politiche: storie personali e Storia con la S maiuscola. Juan Perón si confronta con il potere: lo trova, lo consolida, lo perde, lo insegue e, nello stesso tempo, ne analizza le dinamiche con lucida freddezza. Mosso dalla volontà di creare la Storia, scrive importanti pagine della storia del suo tempo, ma scrive anche il copione di una moderna, convincente mitologia.

Protagonista indiscussa di quel potente mito del ’900 è la seconda moglie Evita, la ragazza del popolo di impetuosa eloquenza e cervello sottile, capace di trasformare se stessa in una immortale leggenda. La storia ci insegna che il modo migliore per sfidare la morte è quello di morire giovani. Morta a soli 33 anni, Evita sfruttò il periodo della sua dolorosa malattia per elaborare il disegno che avrebbe fatto di lei l’Ultima Dea e dei suoi resti mummificati una preziosa e contesa reliquia.

Quando, nel 1955, un colpo di stato costrinse Perón ad abbandonare l’Argentina, la potenza simbolica del corpo di Evita – la reliquia rimasta in patria a sfidare il nemico – mise il nuovo regime nelle condizioni di dover dare vita a una grottesca, tragica, romanzesca vicenda di sottrazione e occultamento di cadavere, una storia incredibile e appassionante di cui riemerge in asta l’ultimo capitolo: la restituzione a Perón della salma della moglie, rimasta sepolta sotto falso nome per 14 anni nel Cimitero Maggiore di Milano. La cerimonia di restituzione si svolse in forma segreta, motivo che rende prezioso il filmato presente nell’asta di Bertolami Fine Arts con le riprese dell’apertura del feretro e la macabra scoperta del crudele vilipendio di cui il corpo di quella donna tanto amata e, per questo, tanto temuta era stato oggetto (Lotto 42)



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