Italia-Giappone: arte buddista a Roma, Abe "legame nella cultura"

Roma - "Sia l'Italia che il Giappone sono ricchi di cultura e tradizioni, frutto di una lunga evoluzione storica".

È il messaggio che il premier giapponese, Shinzo Abe, ha inviato in occasione dell'inaugurazione, alle Scuderie del Quirinale, della mostra "Capolavori della scultura buddhista giapponese" che ha aperto Roma i battenti per mostrare al pubblico, fino al 4 settembre, lo splendore della cultura del Sol Levante.

Ventuno opere summe (per un totale di 35 pezzi), dal periodo Asuka (VII VIII secolo) a quello di Kamakura (1185-1333), che raccontano per la prima volta all'Italia "la sensibilità estetica" del Giappone.

Statue lignee di indiscussa bellezza, tradizionalmente considerate immagini di culto difficilmente trasportabili e, anche nella terra del Sol Levante, poco accessibili, in quanto da sempre esposte nella semioscurità di templi e santuari o protette nelle collezioni dei maggiori musei nazionali. L'importante rassegna si inserisce nelle celebrazioni del 150esimo anniversario del primo Trattato di Amicizia e Commercio tra i due Paesi firmato il 25 agosto 1866 che diede inizio ai rapporti diplomatici tra le nazioni. Organizzata dal Bunkacho (Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone) in collaborazione con l'Azienda Speciale Palaexpo e con il supporto di MondoMostre, la mostra è stata curata da Takeo Oku, tra i massimi esperti dell'Agenzia nipponica e rappresenta un punto focale delle celebrazioni.

Tra tutte anche raffigurazioni contraddistinte da calma e semplicità estreme, come il sorriso che affiora sul volto enigmatico di un Buddha assiso in meditazione, oppure dalla ricchezza di vesti, acconciature, gioielli e l'eleganza dei bodhisattva che lo assistono. Del resto, il buddismo iniziò a diffondersi in Giappone proprio attraverso le immagini scultoree, pittoriche e calligrafiche importate da Cina e Corea e ciò rappresentò un'autentica rivoluzione, perchè fino a quel momento erano i kami, le divinità dello shintoismo, le uniche figure sacre presenti nella terra del Sol Levante, e queste non necessitavano di essere rappresentate visivamente.

"Auspico che gli italiani possano sentire più vicino il Giappone e che, grazie al 150esimo anniversario delle relazioni diplomatiche - ha detto l'ambasciatore Kazuyoshi Umemoto - possano approfondire la reciproca conoscenza delle culture e che il loro legame di amicizia possa compiere un ulteriore passo in avanti proiettato verso i prossimi 150 anni".