Le donne di Boldini si incontrano alla GAM di Milano
Milano - Un corteo di eleganti femmes fatales sfila sinuoso accanto a figure femminili delineate con sciabolate di colori accesi, pennellate veloci, dissonanti accostamenti.
Alcune di loro, con il cipiglio ancora avvolto dal profumo di un’epoca che non c’è più, si apprestano a guadagnare la scena espositiva milanese dopo circa trent’anni di assenza. Sono le donne di Giovanni Boldini, “fragili icone” incastonate in atmosfere rarefatte e abiti fruscianti, protagoniste di una mostra che le vede eccezionalmente uscire dal Museo Giovanni Boldini - Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara per un dialogo con il piccolo e preziosissimo nucleo di opere L’Amazzone, Treccia bionda, L’Americana, Giovane donna con fiore - del pittore, conservate alla GAM di Milano, e che durerà fino al 17 giugno.
L’occasione di questo eccezionale prestito di undici lavori realizzati dal raffinato artista, tra i più fantasiosi interpreti dell’elettrizzante fascino della Belle Époque, è offerta da uno scambio: la partecipazione di tre importanti dipinti divisionisti di Giovanni Segantini, appartenenti alla GAM, alla mostra Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni temporaneamente in prestito al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Ad emergere con forza da questa selezione di 30 opere - tra dipinti, pastelli, disegni e incisioni - è il ritratto femminile mondano, il genere più caro all’artista, così amato dal pubblico, eppure così sporadicamente presente nel panorama espositivo milanese.
L’inconfondibile cifra stilistica del più richiesto e corteggiato ritrattista d’Europa e d’America brilla con forza, a cominciare dai tre grandi dipinti La contesse de Leusse, La passeggiata al Bois de Boulogne, ritraente i coniugi Lydig, e la celebre Signora in rosa - Olivia Concha de Fontecilla - tutti provenienti da Ferrara.
A dialogare con il bel mondo di Boldini saranno anche le figure degli artisti parigini, e non solo, attivi in questi anni, come l’amico Paul-César Helleu, di cui la GAM conserva uno straordinario corpus di dieci ritratti incisi a puntasecca, solitamente esposto solo in parte, e che per l’occasione sarà presentato integralmente.
Sarà il vibrante autoritratto di Boldini, del 1892, ad aprire l’esposizione, assieme a tre piccoli bronzi di figure femminili di Paul Troubetzkoy, dalle collezioni della Galleria d’Arte Moderna, che si legano al maestro per affinità estetiche, tematiche, biografiche.
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