L'Ecosistema e i suoi cicli di vita. A Trento una mostra da vedere
Al Museo delle Scienze di Trento c'è “Estinzioni. Storie di catastrofi e altre opportunità”: si tratta di un' esposizione che racconta la storia delle trasformazioni dell'ecosistema dandoci modo di riflettere
Si tratta di un'esposizione, in corso fino al 26 giugno 2017, nata dalla collaborazione del Muse con Università di Padova, Università di Milano Bicocca e il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, nell'ambito di progetto di ricerca, divulgazione scientifica e valorizzazione delle collezioni museali sviluppato grazie ad un finanziamento del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (Miur).
Una mostra suddivisa in cinque sezioni, in cui il tema dell’estinzione è l'argomento sempre presente, come lo è stato nella storia evolutiva, in alcuni momenti in maniera più evidente, con i cosiddetti fenomeni di “estinzione di massa”. Si percorso espositivo che tocca diversi aspetti e ambiti, dalla biodiversità alla biologia, passando per l'evoluzione della società, la cui comprensione è necessaria per interpretare le crisi dell'ecosistema e per riflettere su quegli accadimenti inattesi che, a volte, si presentano come occasioni importanti, proprio nei momenti di instabilità.
Le sezioni della mostra sono cinque come le grandi estinzioni paleontologiche avvenute negli ultimi 500 milioni di anni. Il percorso inizia con lo scheletro di un grande dinosauro (sauropode), continua con installazioni multimediali, video e spazi interattivi. La seconda sezione ci fa conoscere, attraverso una video-animazione, il Barone Georges Cuvier (1769-1832), che fu uno tra i primi scienziati ad occuparsi di crisi ecosistemiche. Sono in mostra anche gli sviluppi dello studio Quadrilumi che, ispirato delle visionarie macchine di Rube Goldberg, spiega il sistema di reazioni a catena che portarono alle estinzioni di massa.
Nella terza parte della mostra, l’uomo diventa il protagonista, tra mammut e bisonti delle steppe. Nella quarta sezione si parla dell'evoluzione della famiglia umana, partendo dall'incontro tra Homo sapiens e Homo neandethalensis. Somiglianze insospettabili si possono scoprire grazie a un’installazione interattiva che consente, grazie alla tecnica del morphing, di trasformare digitalmente il proprio volto in quello di un uomo di Neandertal. Si possono ascoltare i suoni degli idiomi - registrati in forma di canti e monologhi rap - che rischiano di essere cancellati dalla nostra memoria collettiva, come le centinaia di lingue parlate oggi in Papua nuova Guinea. L’ultima tappa della mostra è dedicata, infine, all’Antropocene.
“Estinzioni. Storie di catastrofi e altre opportunità” sarà al Muse di Trento fino al 26 giugno 2017 per trasferirsi poi presso le sedi partner di Padova e Torino e altri luoghi in via di definizione.