Leonardo, il Codice Leicester e le lastre fotografiche dei manoscritti

Agli Uffizi, fino al 20 gennaio, in mostra il prezioso codex.

Firenze - L’annuncio è stato dato durante la presentazione del Codice Leicester di Leonardo che sarà esposto nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi dal 30 ottobre al 20 gennaio.

Dagli archivi della Commissione Vinciana, ora custoditi al museo Galileo della Scienza a Firenze, riemergono oltre 7000 lastre fotografiche in vetro dei manoscritti del genio di Vinci, realizzate tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. L’importante scoperta di queste lastre - già al centro di una ricerca e le cui riproduzioni ad altissima definizione saranno messe a disposizione degli studiosi su internet, "divenendo strumenti fondamentali della ricerca su Leonardo" - consentirà di ottenere preziose informazioni sui cambiamenti dello stato di conservazione dei codici scritti dall’artista, incluso il Codice Leicester.

Ed eccolo il prezioso manoscritto fitto di riflessioni ed appunti, concesso in prestito agli Uffizi da Bill Gates, che lo ha acquistato nel 1994, e che anticipa le celebrazioni per i 500 anni dalla morte del maestro, attese in tutto il mondo nel 2019. Nel codex è esposto il principio secondo cui è proprio l’acqua a svolgere da sempre la funzione di motore nell’evoluzione del pianeta.

A cura di Paolo Galluzzi, la mostra dal titolo L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci giunge a Firenze dopo oltre due anni di preparazione e si avvale di uno spettacolare apparato multimediale che consente di rendere fruibile il codice. Si tratta di un progetto delle Gallerie degli Uffizi e del Museo Galileo realizzato col determinante contributo di Fondazione CR Firenze.

"Il Codice Leicester - ha commentato il direttore del Museo Galileo, Paolo Galluzzi - offre una visione intrigante della vastità inaudita degli orizzonti esplorati dalla mente di Leonardo. Il manoscritto documenta l’ossessione conoscitiva di Leonardo per l’elemento acqua, per i suoi movimenti vorticosi, per la forza plasmatrice e la potenza distruttrice che la caratterizzano, con continui rimandi a Firenze, al suo impianto urbano e al suo fiume, risorsa e al tempo stesso minaccia per le comunità che ne popolano le rive. La mostra invita a compiere un viaggio in un tempo di visioni ardimentose, di progetti avveniristici, di manifestazioni del pensiero di inarrivabile genialità".

Leonardo compilò il manoscritto nella fase più creativa della propria esistenza, tra il 1504 e il 1508, durante una stagione straordinaria per la storia di Firenze, battezzata non a caso da Benvenuto Cellini come “La Scuola del Mondo”. Il maestro era impegnato in quegli anni nell’impresa, poi incompiuta, della pittura murale raffigurante la Battaglia di Anghiari a Palazzo Vecchio, oltre che nello studio di soluzioni all'avanguardia per rendere l’Arno navigabile da Firenze al mare.

Per facilitare la lettura vengono in soccorso del visitatore alcuni schermi interattivi e il Codescope, un avanzato strumento digitale che consente di sfogliare, in rappresentazione digitale ad altissima risoluzione, tutte le pagine del manoscritto.

Lungo il percorso il pubblico si imbatte in alcuni preziosissimi fogli originali e autografi del Codice Atlantico, del Codice Arundel e del Codice sul volo degli uccelli, rispettivamente di proprietà della Biblioteca Ambrosiana di Milano, della National Library di Londra e della Biblioteca Reale di Torino.

A scandire l'itinerario espositivo sono le teche con le pagine originali dei codici, e ancora schermi e pannelli digitali sul volo degli uccelli, sullo scorrere dell’acqua dei fiumi, sul moto ondoso dai mari.

Bellezza e suggestione si intrecciano. Come alla vista dalla proiezione sul pavimento che riproduce il cadere delle gocce d’acqua e lo scorrere dei ruscelli. Al visitatore sembra quasi di immergervi i piedi, come il Cristo e il Battista che affondano nel fiume Giordano fino alle caviglie nel Battesimo di Cristo dipinto da Leonardo e dal Verrocchio ed esposto, sempre agli Uffizi, nella nuova sala dedicata al maestro.

Ma la Galleria fiorentina guarda anche al territorio toscano con altre iniziative che rendono omaggio al grande artista e scienziato. A Vinci, suo paese natale, verrà esposta la tavola con il primo paesaggio del maestro, conteso tra Toscana e Umbria (si discute ancora se l'opera ritragga uno scorcio dei colli del Valdarno o una veduta di terre umbre).

Infine la tavola Doria, opera di un autore ignoto e raffigurante la parte centrale della Battaglia di Anghiari - capolavoro andato perduto - si sposterà proprio nell'omonimo borgo in provincia di Arezzo, dopo essere stata in mostra a Poppi.

Articolo pubblicato su: http://www.arte.it/notizie/firenze/leonardo-il-codice-leicester-e-le-lastre-fotografiche-dei-manoscritti-15141