Lo street artist Sirante realizza "Deposizione della verità" dedicata a Stefano Cucchi e alla sua famiglia

Una rielaborazione del capolavoro del pittore fiammingo Rogier van der Weyden è comparsa a Torpignattara ed è un omaggio, “dopo il lungo calvario giudiziario”, al geometra 31enne morto nel 2009.

ROMA - Un capolavoro fiammingo del 1435, “La Deposizione” del pittore Rogier van der Weyden, conservato al Museo del Prado di Madrid, è lo spunto per lo street artist Sirante, che lo ha rielaborato nel suo stile, per rendere omaggio a Stefano Cucchi e alla sua famiglia.

L’opera, una stampa grafica incorniciata, è stata collocata dall’artista, di cui non si conosce l’identità, a Torpignattara, il quartiere di Stefano, insieme a una “targa”, una didascalia che riporta il nome dell’autore, il titolo dell’opera, la tecnica e la dedica: “Dopo il lungo calvario giudiziario e il depistaggio da parte dello stato, giungiamo finalmente alla deposizione della verità”. A STEFANO CUCCHI E ALLA SUA FAMIGLIA - Via Natale Palli, Torpignattara, Roma.

Sirante sostituisce il volto della figura centrale del Cristo, con quello tumefatto di Stefano, diventato il segno distintivo di una "brutta" storia e del "calvario" che la famiglia ha dovuto affrontare per dieci lunghi anni.

Ci sono voluti dieci anni - ha ricordato proprio la sorella Ilaria al termine dell'udienza al processo del mese scorso - Finalmente per la prima volta sento un perito affermare che se Stefano non fosse stato vittima di quel pestaggio che gli ha causato quelle lesioni, non sarebbe mai finito in ospedale e quindi non sarebbe mai morto”.

Il resto del dipinto è stato lasciato intatto. Sirante ha semplicemente alterato un singolo elemento per dar vita a un lavoro particolarmente significativo in ricordo del giovane che ha perso la vita il 22 ottobre 2009, ormai ufficialmente, per "una concatenazione di eventi” dovuti alle percosse.

Articolo pubblicato su: http://www.artemagazine.it/attualita/item/9629-lo-street-artist-sirante-realizza-deposizione-della-verita-dedicata-a-stefano-cucchi-e-alla-sua-famiglia