Ludwig Pollak, archeologo e mercante d’arte.
Una mostra al Museo Ebraico di Roma e al Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco ripercorre la storia del grande collezionista, dalla nascita a Praga fino alla tragica fine nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
ROMA - Ludwig Pollak (Praga 1868 – Auschwitz 1943), grande esperto di antichità, grande archeologo e abilissimo mercante d’arte, è stato uno dei protagonisti degli anni d’oro del collezionismo internazionale, tra Otto e Novecento, nonché primo direttore onorario del Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco di Roma, dove sono custoditi la sua Biblioteca e l’Archivio.
Dal 5 dicembre 2018 una mostra a Roma, a cura di Orietta Rossini e Olga Melasecchi, celebra questo grande personaggio, ripercorrendone la storia personale e professionale. Di Pollak si ricordano incredibili scoperte archeologiche, tra cui il ritrovamento del braccio originale del Laocoonte, ma anche rapporti di collaborazione con grandi collezionisti europei, russi e americani e legami di amicizia con personalità della cultura viennese di fine secolo, in particolare con Sigmund Freud ed Emanuel Loewy.
Proprio per la scoperta del frammento del Laocoonte, Pollak fu il primo ebreo non convertito a ricevere la Croce di Commendatore da un papa, Pio X. Ma sempre a Pollak si devono anche la ricomposizione del gruppo “Atena e Marsia” di Mirone (l’Atena fu poi venduta alla Liebieghause di Francoforte); l’identificazione del guerriero ferito di Kresilas, oggi al Metropolitan di New York; il riconoscimento della cosiddetta “Fanciulla di Anzio” poi acquistata dallo Stato italiano. Pollak realizzò anche uno dei primi cataloghi scientifici di oreficeria greca antica per il grande collezionista russo Nelidow e il primo grande catalogo di bronzi rinascimentali per la collezione di Alfredo Barsanti, oggi a Palazzo Venezia.
L’esposizione romana, ospitata al Museo Ebraico di Roma e al Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, dal titolo “Ludwig Pollak. Archeologo e mercante d’arte (Praga 1868 – Auschwitz 1943). Gli anni d'oro del collezionismo internazionale. Da Giovanni Barracco a Sigmund Freud”, attraverso oltre cento opere, permette di rivivere le tante storie che accompagnarono la sua vita, partendo proprio dai ritratti. Ci sono quelli di Pollak stesso, di sua moglie Julia Sussmann Pollak e del conte Grigorij Sergeevic Stroganoff, provenienti dal Museo di Roma.
Di grande rilevanza è un cartone del Domenichino con Salomone e Betsabea e il Ritratto di Dorothea Denecke von Ramdohr con la figlia Lilli del 1819, anch’essi dal Museo di Roma. Dalla sala macchine del Museo della Centrale Montemartini proviene invece la Testa ritratto dell’imperatore Claudio di marmo lunense. Tutte queste opere facevano parte della collezione personale di Ludwig Pollak e sono state successivamente donate dalla cognata unica superstite al Comune di Roma.
Interessanti anche le opere provenienti dal Freud Museum di Londra, tra cui 16 maschere e applique in bronzo di soggetto vario e un volume a stampa con dedica autografa, che testimoniano il rapporto di stima che legava Pollak al fondatore della psicoanalisi.
A dar invece conto dei numerosi viaggi di Pollak, perlopiù legati ai suoi interessi di collezionista ed archeologo, ci sono invece una serie di affascinanti foto d’epoca, mai esposte finora.
E sempre tra le opere mai esposte anche due ceramiche provenienti dai depositi del Museo di Roma: un’anfora etrusca a figure nere con scena di caccia del V secolo a.C. e un cratere a campana con figure rosse su fondo nero del IV a.C.
La mostra, visitabile fino al 5 maggio 2019, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e dalla Comunità Ebraica di Roma, organizzata dal Museo Ebraico di Roma con Zètema Progetto Cultura. Con il supporto scientifico di SPI – Società Psicoanalitica Italiana e Istituto Italiano di Studi Germanici.
Articolo pubblicato su: http://www.artemagazine.it/mostre/item/8208-ludwig-pollak-archeologo-e-mercante-d-arte