Palazzo Venezia. Terminato il restauro della Sala delle Fatiche di Ercole di Roma
I risultati dei lavori svolti, finanziati dalla Fondazione Silvano Toti e materialmente svolti dal Consorzio L'Officina, saranno illustrati martedì 23 maggio 2017 alle ore 11.30 a Roma, Palazzo Venezia.
ROMA - Il restauro del soffitto e del fregio a fresco della Sala delle Fatiche di Ercole, al piano nobile di Palazzo Venezia, nell'appartamento del fondatore dell’edificio, il cardinale veneziano Pietro Barbo, poi divenuto papa Paolo II (1464-1471), è stato terminato.
La Sala era ufficialmente destinata alla custodia dei paramenti sacri del pontefice e perciò talora anche detta Sala dei Paramenti. Il fregio a fresco che ne decora la parte alta raffigura in trompe-l’œil una loggia a dodici arcate, quattro con fontane e amorini, le otto restanti con fatiche dell’eroe. Ecco dunque Ercole e il leone Nemeo, Ercole e Anteo, Ercole e i buoi di Gerione, Ercole e Gerione, Ercole e il drago Ladone, Ercole e la cerva di Cerinea, Ercole e gli uccelli di Stinfalo ed infine Ercole e il centauro Nesso. La matrice culturale dell’autore, ancora anonimo, va ricondotta all’Italia del nord, forse nell’ambito di Andrea Mantegna.
Il nuovo intervento ha permesso di rimuovere il fisiologico deposito di sporco, le vecchie vernici superficiali – nel frattempo ingiallite – e le estese ridipinture dei fondi azzurri delle scene raffigurate entro la finta loggia, per poi passare al reintegro delle lacune, laddove naturalmente necessario e possibile. I lavori hanno determinato il recupero dell’equilibrio cromatico d’insieme, in precedenza gravemente compromesso; quel che più conta, hanno restituito l’idea del finto loggiato aperto, una delle idee-base del progetto decorativo d’origine, di evidente derivazione albertiana.
L’intervento è stato curato per la parte scientifica da due funzionari del Polo Museale del Lazio, Sonia Martone e Paolo Castellani. Sonia Martone, direttore di Palazzo Venezia, ha coordinato l’intera operazione e progettato il nuovo allestimento della sala; Paolo Castellani ha diretto il cantiere di restauro propriamente detto. I lavori sono stati interamente finanziati dalla Fondazione Silvano Toti, che da anni promuove la salvaguardia del patrimonio culturale, artistico e ambientale italiano, attraverso una donazione liberale. Una dimostrazione dell’efficacia del rapporto fra pubblico e privato. L’intervento è stato materialmente eseguito da L’OFFICINA, Consorzio di restauro e conservazione opere d’arte, nelle persone di Rita Ciardi e Isabella Righetti.
Spiega il Direttore Edith Gabrielli: “L’intesa con la Fondazione Silvano Toti sottolinea l’ormai raggiunta maturità del Polo Museale del Lazio e la sua connessa, effettiva capacità di ‘fare sistema’ con la società civile, ai fini di costituire un vero e proprio sistema museale integrato. D’altro canto, essa rappresenta un ulteriore passo in avanti in quel rilancio del Palazzo, per il quale fin dal 2015 è stato elaborato un piano museologico complessivo, d’intesa con l’architetto Sonia Martone, Direttore del Museo”.
La Sala, nella sua nuova veste tornerà per la prima volta ad essere visibile al pubblico sabato 27 maggio. Per l’occasione saranno organizzate delle apposite visite guidate. Da domenica 28 maggio rientrerà nel normale circuito di visita del Museo del Palazzo di Venezia.