Puppies Puppies alla Galleria T293 di Roma
Una installazione site specific, un percorso labirintico obbligato che crea un’atmosfera fredda e inquietante allo stesso tempo. È “Barriers (Stanchions)” l'opera con la quale l'artista americano ridefinesce lo spazio della galleria affrontando un tema di grande attualità
ROMA - L’artista americano Puppies Puppies, ridefinisce lo spazio della T293 di Roma, con l’opera “Barriers (Stanchions)”, installazione site specific, in mostra fino all’1 giugno 2017.
Puppies costruisce un percorso, delineato da paletti con stringhe retrattili, uguali a quelli utilizzati per incolonnare le persone durante i controlli aeroportuali.
I visitatori, qualora decidano di “entrare” nell’opera, dovranno affrontarne la dimensione labirintica, seguendo un iter obbligato, dove entrata e uscita, inizio e fine coincidono.
L’attenzione dell’artista non sembra essere posta tanto sulla meta, che nell’opera coincide con il punto di partenza, quanto piuttosto sull’essenza del percorso stesso, sul fatto che si debba compiere una strada predefinita, rimanendo nei ranghi di un cammino “palettato”.
Nell’attesa di completare il tragitto e riacquisire la propria autonomia di movimento, il pubblico sarà distolto dai propri pensieri, e posto di fronte a una inquietante realtà, manifestata dalle parole di un piccolo cartello con i colori dell’arcobaleno, affisso a una delle pareti della galleria: ‘For LGBT immigrants, deportation can be a death sentence. It’s time for a new approach’.
Puppies insinua questa informazione nell’opera, in modo quasi subliminale. Sì, perché pur essendo tanto tragico e forte il suo significato, nell’affermazione non si esaurisce l’intero carattere dell’installazione; tuttavia, essa ne accresce la dinamica.
Lo stesso accade con il contrasto creato dall’uso del colore. Il nero delle barriere e le tonalità vivaci del cartello, che pure sfumano in un fondo nero, creano comunque una situazione ambigua, esaltata ulteriormente dal contenuto del testo. Il tutto amplifica il movimento complessivo dell’opera, che coinvolge il fruitore sia sul piano fisico, che su quello psico-emotivo. Inoltre, sapere che lo stesso percorso che si sta compiendo è simile a quello che ha portato e porterà qualcuno a essere violato nei suoi diritti personali anche fino alla morte, solo perché ritenuto “diverso”, può far scaturire nel fruitore un senso d’impotenza, spesso raggiunto dalla voglia di ribellarsi, e fare qualcosa per abbattere quei limiti culturali, che di frequente portano all’innalzamento di barriere fisiche.
Nell'opera, l’artista affronta un tema molto attuale, che ci vede tutti coinvolti, e riesce a farlo creando un’atmosfera fredda e tumultuosa allo stesso tempo.
Articolo pubblicato su: http://www.artemagazine.it/mostre/arte-contemporanea/item/4403-l-artista-statunitense-puppies-puppies-alla-galleria-t293-di-roma