Van Gogh. Sulla soglia dell’eternità - Un film di Julian Schnabel
Van Gogh. Sulla soglia dell’eternità, il biopic sul celeberrimo pittore olandese, prodotto da Jon Kilik per la regia di Julian Schnabel, rivela un Vincent Van Gogh inedito, immortalato attraverso una narrazione onirica ad alto tasso emotivo, che ne traccia un ritratto vivido e profondamente umano.
Il Van Gogh di Schnabel è visto "dal di dentro", con gli occhi e il sentire di altri artisti, il regista Schnabel infatti è anche pittore, come il direttore della fotografia Benoît Delhomme, e lo stesso attore protagonista Willem Dafoe ha preso per l'occasione lezioni di pittura per vestire al meglio i panni di Van Gogh.
La figura di Vincent, come lo chiama l'amico Paul Gauguin, interpretato da Óscar Isaac, attore e musicista a sua volta, si libra oltre lo spazio e il tempo, nella sua dimensione più umana e vulnerabile, in bilico costante tra un presente plumbeo ed opprimente, abitato da un'umanità ottusa e crudele, un passato da cui echeggiano confortanti le intuizioni imperiture lasciategli in eredità dai grandi maestri come Delacroix, Veronese o Frans Hals e i fugaci momenti di felicità vissuti a contatto con la Natura, portatori della vertiginosa consapevolezza dell'immortalità della propria arte.
L'arte stessa di Van Gogh viene raramente mostrata, ma piuttosto evocata attraverso i gesti naturali del maneggiare tele e colori, il balenare ineffabile dell'ispirazione o l'apparizione di volti o situazioni apparentemente casuali, che risvegliano l'immaginario inconscio dello spettatore da cui emergono improvvisi i suoi capolavori impressi da sempre nella 'retina mnemonica'.
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