Barbara Vincenzi / Curatore, storica e critica dell'arte

Vittorio Rainieri: " Dedica al maestro Giuseppe Verdi" di B.Vincenzi

Il percorso e la genialità di Vittorio Rainieri, artista parmense, è quella di essere animo inquieto che insegue di continuo nuove forme rivelatrici, verità nascoste, attingendo sempre a rinnovate fonti culturali e storiche ispiratrici e rivelatrici. Artista colto, nelle sue rappresentazioni indaga il Cosmo simbolico, deducendone verità, interrogativi, paradossi, che ferma come istanti, frame che passano attraverso il filtro della mente per poi essere rimandati alla pittura
Lunghi anni di elaborazioni lo conducono verso molteplici esperienze e temi affrontati: corpo e spirito prendono forma nel progetto Dedica al Maestro Giuseppe Verdi. Omaggio, che nasce nel 2009 dalla volontà dell'artista di recuperare e far rivivere in forma pittorica, quello nel 1920 veniva inaugurato come il monumento dedicato a Giuseppe Verdi. Eretto nel piazzale della stazione nell'area dell'ex foro Boario, su progetto dell'architetto Lamberto Cusani, comprendeva ventotto statue, ideate dal palermitano Ettore Ximenes, personificazioni simboliche delle opere verdiane. Danneggiato dai bombardamenti del 1944, venne abbattuto nell'immediato dopoguerra, lasciando ai posteri solo qualche vecchio documento a testimonianza della sua esistenza.
Nove statue sono sopravvissute alla distruzione e sono a tutt'oggi collocate lungo le pareti del Teatro Arena del Sole di Roccabianca (Pr).
Rivederne la sontuosità ora diventa possibile grazie alle immagini realizzate da Vittorio Rainieri, che con grande sapienza tecnica, frutto di una attenta ricerca, ha saputo estrapolare dalle varie partiture sceniche verdiane e dal monumento distrutto, un assetto scenografico-pittorico che lega fra loro musica, pittura e scultura.
Il suo proposito prende forma con le prime dieci opere realizzate: Il Nabucco, I Lombardi alle prime crociate, Giovanna d'Arco, Il Rigoletto, La Traviata, L'Aida, Ballo in maschera, La Forza del Destino, Don Carlos, Falstaff, per terminare con le ultime 17 opere nel 2013, data del bicentenario della morte del Maestro di Busseto.
Nelle opere ci appare evidente una certa maestosità, in una pittura che si lega alla scultura, e dove all'interno di un perfetto assetto scenico, di volta in volta i diversi personaggi raccontati da Verdi, rivivono i ruoli. Il dolore, la sconfitta, il tradimento, la burla, vengono immortalate dall'artista, che non vuole raccontare, ma raggiungere il cuore ed i sentimenti espressi nei drammi verdiani.
Il paradosso tra burla e tragicità, viene fermato nel Rigoletto, buffone di corte, durante l'avvenuta maledizione di Monterone, rivale del Duca di Mantova. Il gioco prospettico sullo sfondo di una Mantova ostile, lontana, la maschera tragico-malinconica del Giullare, rappresenta lo stato mentale del buffone che per contrasto è distrutto dal dolore, in una rappresentazione lirica che arriva al cuore emozionando.
La principessa Etiope Aida, divisa fra l'amore per il padre e la Patria e l'amore per Radames comandante del Faraone d'Egitto, viene sorpresa mentre rassegnata per la punizione inflitta all'amato, condannato ad essere sepolto vivo, si accinge a raggiungerlo nel sepolcro per morire assieme a lui.
La forza espressiva degli spartiti verdiani, che portano in loro messaggi profondi e criptici, affrontando i grandi temi dell'Umanità, vengono recepiti dall'artista parmense e, rinnovati attraverso le immagini, che in un istante arrivano a cogliere l'attimo cruciale attraverso una comunicazione evocativa. Improvvise planimetrie vengono avvolte da lame di luce oblique, in un ritmo di luce e colore che indaga spiritualmente la tela, immergendola in una luce sublime. Forti ci appaiono i giochi di luce che, come in uno spettro solare, rimabalzano a raggiera, dividono le immagini in colori cristallizzati, rendendo la rappresentazione mutevole allo scorrere delle ore e variazioni di tempo. Le forme sinuose vengono pietrificate e rese immortali, nella luce che le scandaglia geometrizzando le forme, sottolineandone gli aspetti più arcani, esoterici, simbolici, cercando la verità e l'essenza. Grande attenzione inoltre presta al costume, all'espressione, alla teologia mistica e laica. Nella sua ricerca introspettiva, fissa così in ogni rappresentazione tutti i drammi ed i sentimenti intimi dei protagonisti, l'attimo fuggente, lasciando ampio spazio ad un rinnovato coinvolgimento dello spettatore, che come a teatro subisce un turbamento interiore e viene travolto dalla maestosità, in un turbinio di emozioni incessanti. Dunque Vittorio Rainieri, compie una duplice indagine sugli spartiti del Maestro Verdi: ne coglie appieno ciò che fu la sua personalità ed insieme il suo operato, in un risultato di bellezza e sintesi, profondità ed armonia.

dot.  Barbara Vincenzi

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