Achille Bonito Oliva

“Riccardo Antonelli pone l'uomo al centro della sua tela, il volto abnorme... umanissimo che tanto sconforta e sconcerta un pubblico quasi scrutato da quelle grandi pupille, da quell'aria indagatoria e giudicatrice. Il quadro per Antonelli diviene uno specchio pauroso in cui non si riflettono le nostre virtù ma le nostre colpe. Lo specchio ormai fisso in quell'immagine, bloccato in quella fisionomia, è quasi un memento mori costante che ci osserva ogni qual volta noi cediamo al desiderio di compiacere il narcisismo e l'egotismo. Lo specchio assume valenza di manifesto, di slogan morale contro i vezzi della società attuale, verso il nichilismo di cui siamo tutti imbevuti.”