ANTONIO RICCIARDI
Cosa porta un architetto e buon disegnatore ad esprimersi attraverso un’arte “primitiva” di estrema sintesi tecnica ed espressiva? Questo è il mistero affascinante dell’area ancora animale ed istintiva della mente umana, quella libera dai legacci delle convenzioni. Nei lavori di Raffaele, volendo, si possono scorgere colori e pennellate folli alla Van Gogh o ingenuità espressive alla Gaugin o inspiegabili interpretazioni della realtà alla Cezanne e poi perché no Mirò, Matisse, Modigliani … Il percorso è probabilmente quello noto, narrato da celeberrime vicende artistiche, dove l’istinto portò Artisti Sconosciuti a staccarsi radicalmente dalle convenzioni estetiche del momento, pur ampiamente alla portata delle proprie capacità tecniche, per collocarsi fuori dal coro dove il loro genio e l’istinto animale prepotentemente li portava e li voleva. Sono storie spesso di povertà, disperazione, malattia, solitudine. Ma il fascino dell’espressione artistica è tutto qui. Il genio da sempre va cercato tra le pagine del rifiuto, dell’improponibile, dell’immorale e del ridicolo. Raffaele, fatte le dovute proporzioni, probabilmente appartiene a questa schiera, osservate i suoi lavori nel dettaglio, capirete senz’altro il “come” ma rimarrà straordinariamente senza risposta il “perché”-
ANTONIO RICCIARDI
Roma, maggio 2010