ANTONIO RICCIARDI

Opere sintetiche o grottesche. Raffaele riesce, nonostante l’apparente freddezza di solide geometrie e di prospettive improbabili di linee divergenti, nel comunicare tutta la luce, il sole e il calore immobile delle controre della sua terra, figlia del sole e del silenzio. Senza umanità perché, chi la conosce quella terra, sa che nelle ore raccontate da Raffaele la gente si nasconde perché fuori regna la luce e il calore e il tempo inciampa. In queste composizioni artistiche essenziali tutto si percepisce come fossero cesti di vita. Poi c’è l’umanità, opere dai tratti grotteschi frammentate in particolari che affollano le figure e ne delineano i caratteri. Sono due i mondi di Raffaele quello immoto ed eterno e l’altro caduco e in divenire. La tecnica pittorica rimane quella che lo contraddistingue da sempre. Essenziale e scarna anche se nel percorso ha acquisito raffinatezza e nitore. Opere di spessore perché da sempre fuori dagli schemi e proprie di Raffaele che hanno sì perso l’originaria ingenuità ma ne hanno conservato l’onesta e la sintesi esaustiva e potente della narrazione del mondo marinaro e contadino della sua terra.


ANTONIO RICCIARDI

Roma, aprile 2020