ELIO CORTESE
L’arte, nelle sue molteplici espressioni, quest’ inafferrabile bellezza, tale per essere sempre nuova e continuamente occupata a trasportare da incanto a incanto, alita in Raffaele Ripoli. La sua arte è simile a gabbiani, che aleggiano silenziosi, maestosi e pronti a cogliere l’attimo per tuffarsi nella profondità del mistero-bellezza. Chi, come il Ripoli, ottempera a un atto creativo con le proprie opere esce dagli asfittici confini del proprio individualismo e si propone diffusore dell’incanto ricevuto, coevo alla Creazione per quel Soffio divino. Solo così ha senso prodursi in veste di Artista. Afferma Kahil Gibran, in “Lettere d’amore del profeta”: «Quando si riesce a esternare ciò che si ha nell’interno, com’è riuscito Raffaele Ripoli, si vive in stato di una costante rinascita». E Ripoli è il pittore in “costante rinascita”, che si storicizza attraverso la sua produzione artistica e contribuisce, a sua volta, a far “rinascere” i fruitori della sua arte pittorica col colorare di bianco i grigi, frettolosi cammini. Lo si può considerare pittore-poeta, perché capace d’infondere l’armonia, che straccia i sipari del cuore e li apre alla contemplazione del bello. Il nostro moderno vivere, caratterizzato da un modus vivendi familiare e sociale individuale, in cui domina la fretta, non lascia momenti di pause rigeneratrici, motivati da durevoli scambi affettivi. L’uomo moderno ha, sì, conquistato i grandi spazi, con centri commerciali super efficienti, ma rimane solo in fila in compagnia del carrello. La memoria del paese, vissuta nella semplicità del vivere, ma ricca di condivisione umana e spirituale, raffigurata sapientemente e artisticamente da Raffaele Ripoli, non si propone come retrospettiva scenica da degustare. Il suo intendimento, e di questo si ringrazia l’Artista Ripoli, è d’indicare, contemplando la sua Arte, la riproposizione di un mondo unito dalla coesistenza pacifica, tanto da saper riconoscere i volti di ognuno come persone e non come individui. Le sue illustrazioni di case affiancate, come unite in un abbraccio protettivo, colgono la dimensione vitale della società. La vicinanza-conoscenza di un’umanità, racchiusa in tali abitazioni, rende il vivere umanizzante. Ecco il fine che il nostro Artista vuole donare, in contrasto con le moderne abitazioni. Le attuali dimore, sebbene più funzionali e confortevoli, non invitano alla vicinanza-conoscenza delle persone, che, pur vicine, si sentono lontane, perché serrate nel ristretto del proprio ambito abitativo. La possibilità di uscire dall’isolamento esistenziale, per vivere la storicità di un umanesimo ambientale con chi ci sta accanto, avviene attraverso la contemplazione dei quadri artistici-didascalici del Ripoli. I colori, inoltre, come per le case, i paesaggi e i personaggi, sono racchiusi nel tempio spirituale del nostro artista, il suo paese natale, Scigliano in provincia di Cosenza, che si china a baciare, colmo di gratitudine, la bellezza scenografica della sottostante Valle del Savuto, accarezzata dagli effluvi marini, generosamente inviati dal mar Tirreno. Le visioni cromatiche di tali incantevoli luoghi: il verde del fogliame, il bianco screpolato di storia delle case, il celeste del cielo, in costante competizione per luminosità con l’azzurro del Tirreno, il rosso delle arance e il giallo dei limoni, con i loro profumi, gli accesi tramonti, il nero dei costumi delle nostre donne: moglie, madri, sorelle, custodi, queste, di umori sofferti, di fatiche, portate con dignità sublimata, irrompano prepotentemente nell’animo del nostro Artista. Interiorizzati religiosamente nei vari mutamenti antropologici, il Ripoli li esterna in arte pittorica. Il ritornare con la memoria-pittorica a quest’universo di vita, ritmato da pacati, ma fattivi moduli operativi, è per il Ripoli un pellegrinaggio interiore per ravvivare la propria identità pulsante di figlio di Calabria e trasmetterla a quanti sono davanti ad ammirare la sua arte. Una terra, la nostra, che lotta continuamente per difendere il proprio, storico, tracciato di vita dagli assalti di una globalizzazione, tesa a imporre culture avulse dal nastro. Le opere, quindi, di Raffaele Ripoli si pongono come tonico spirituale, canto, per ritrovare la nostra, tipica ed essenziale condizione esistenziale, pregna di sapori, di voci, di usi, di costumi, di colori, capace di fugare uno scientismo dilagante, che priva l’uomo della sacralità. Grazie al nostro Artista per il suo intento di prodigarsi con le proprie opere, che, superando il meritato, accertato valore artistico, offrano generosi strumenti educativi.
ELIO CORTESE
Crotone, febbraio 2020