MARIA BONGI

Raffaele Ripoli è un architetto, disegnatore, pittore, artista a tutto tondo, il cui talento innato per il disegno già vivo fin dai primi anni dell’ infanzia non ha mai cessato di esistere e accompagnare ogni sua esperienza di vita ed ogni viaggio, perché infondo si tratta sempre di “viaggi disegnati” per Raffaele, sin dai primi anni trascorsi a Scigliano, il borgo calabrese nella zona della Presila dov’è nato, fino alla scelta di studiare architettura a Firenze dove si è laureato e poi in seguito di viaggiare ancora verso il Nord Europa, stabilendosi per un lungo periodo in Olanda, nella città di Amsterdam, lavorando come Architetto, per poi rientrare di nuovo in Calabria dove ha continuato a fare l’Architetto ed ha aperto un Bed and Breakfast al quale si dedica tuttora con grande entusiasmo durante la stagione turistica da fiducioso promotore del “bello” della sua tanto amaramente amata regione, fino al suo attuale trasferimento nella provincia di Roma dove insegna Arte e Immagine alle scuole Medie Superiori. L’ arte è una cosa profondamente radicata nell’anima di Raffaele, la sua mano forte, definita dal segno marcato della matita, della penna, del pastello a olio fino alla texturematerica dei suoi dipinti di borghi, barche, architetture e volumi astratti fino al tema ricorrente degli ‘omini’. I suoi ritratti di un’umanità ilare, fumosa, schizzata ironica, figure ancestrali e contemporanee insieme, sono spesso ispirati dall’ Oriente o sempre comunque da fisionomie antiche forti e ricche di storia, taglienti e spigolose a testimoniare la propria inequivocabile identità e forza di carattere. Il tema ricorrente dell’arte di Raffaele è comunque sempre stato quello dell’architettura derivato dalla sua grande e antica passione. L’esaltazione dei volumi essenziali, l’archetipo della casa, la forma incontaminata, pura e primitiva, quella senza tempo, così antica e già moderna delle case rurali chiamate ‘turre’ in calabrese, che non sono altro che i nostri casali di campagna, le case coloniche della Toscana, le farmhouses o le facendas del Sud America, ovvero le uniche “grandissime” insuperabili architetture che vivono in armonia perenne e indelebile con il paesaggio naturale senza in alcun modo alterarne l’equilibrio sia nella proporzione, nella materia che nel cromatismo tutto in perfetta sintonia con il loro contesto naturale. Possiamo dire che la poesia mista alla nostalgia amara degli antichi borghi calabresi, troppo spesso maltrattati e misconosciuti, come gli stessi Borghi di Scigliano ed innumerevoli altri profondamente conosciuti, amati, disegnati, acquerellati e dipinti dall’Architetto Ripoli siano la vera fonte ispiratrice e forza propulsiva della sua arte. Da questo mondo così legato alla sua preparazione culturale ai suoi studi di architettura, alle proprie scelte di appartenenza alla scuola di pensiero del “less is more” fino all’architettura della ‘memoria’ di Aldo Rossi, suo grande maestro per il quale ha lavorato presso lo studio SDA di Amsterdam, passa all’espressione dei suoi omini pazzi fumanti, figure del nostro tempo o senza tempo? Figure Kafkiane che fumano inesorabili la follia della propria esistenza complessa, contraddittoria, ilare. Esseri umani incapaci di esprimere il proprio autentico io, le proprie vere passioni, impossibili o comunque difficilmente perseguibili per la maggior parte di noi, come l’architettura nel caso di Raffaele.


MARIA BONGI

Roma, gennaio 2011