Eraldo Di Vita
Se avesse lavorato alla fine degli anni cinquanta questa artista si sarebbe collocata di diritto tra i miti di Fontana e Manzoni in Italia, Pollock negli Stati Uniti e Duchamp in Francia. Gli studi hanno insegnato alla Sedocco ciò che non si deve fare nel campo delle arti figurative, quello cioè di imitare i maestri, e Lei lo ha interpretato in modo mirabile, con le sue composizioni polimateriche, quelle originali tessiture fatte con filamenti di tessuti ed inserimenti di indumenti femminili (reggiseno, mutandine, sottovesti ecc…). Pur non professandosi femminista, la Sedocco esalta la presenza della donna nelle sue opere, ricordandola attraverso quei “manufatti antropomorfi” che un’artistauomo non avrebbe mai avuto il coraggio di usare per non essere tacciato di “Feticismo”. Per Roberta Sedocco questi elementi sono gli unici che nelle sue opere ricordano anche la parte figurativa del quadro, profondamente intriso di astrattismo e concettualismo, di una struttura personalissima che sa emozionare al punto giusto