Prof. Aldo Maria Pero

La chiamata ai pennelli è in alcuni casi forte ed irresistibile, in altri una lenta fascinazione che s'insinua sfogliando libri d'arte e frequentando mostre e musei. I capolavori non lasciano insensibili le anime vocate all'arte, ma prima di decidersi a provare quante esitazioni, quante meditazioni interrotte da un'alzata di spalle: non riuscirò mai a dipingere in tal modo. È inutile, addirittura ridicolo provarci. E il tempo passa. Per fortuna quasi mai la vocazione scompare e spesso riemerge in maniera irresistibile, come è avvenuto nel caso di Roberta Sedocco, neofita sì, ma di passione antica. Un volta deciso di dedicarsi alla pittura Roberta, come tutti, si è posta il problema di creare un proprio stile, il che non significa ignorare la lezione dei maestri, ma implica la necessità di filtrare spunti e maniere alla luce di una propria sensibilità, che non ha tardato in lei a risvegliarsi e a suggerirle opere che sono l'evidente frutto di una personale presa di possesso dell'arte della raffigurazione. Un'arte che può essere intesa in due modi, quello di tutto dire trasformando il riguardante in un discente da istruire ed educare oppure istituire una multiforme dialettica che offra suggerimenti da parte del pittore con la successiva chiamata in causa del soggetto percipiente, sollevandolo da una posizione passiva ad una attiva. Io ti offro un elemento di analisi, tu dimmi cosa provi, a quali fantasie t'induce la mia sollecitazione. Si tratta di un segno che si è indirizzato sin dall'esordio della sua attività in modo molto netto, tanto che ci troviamo di fronte ad una pittura senza preistoria con sviluppi per linee interne. Intendo dire che Roberta propone due scelte fondamentali con infinite varianti che restano virtuosisticamente all'interno di un medesimo intendimento. Da un lato c'è un numeroso gruppo di tele, realizzate in acrilico, a volte con l'inserimento di materiali diversi, che rinunciano alla rappresentazione in favore di un astrattismo a casualità relativa; dall'altro un processo di approssimazione alla figura, rappresentata non da un corpo ma da un simbolo dell'intimità femminile: una sottoveste, un reggiseno, degli slip. Talora il corpo della donna viene rappresentato in absentia: manca la figura femminile, sostituita da un top e da uno slip disposti nell'ordine che avrebbero se fossero effettivamente indossati. Si avverte, nella sapiente disposizione di tali oggetti, una seduzione irresistibile, tanto che pare addirittura facile immaginare le splendide forme un attimo prima rivestite da quegli indumenti, e sembra di avvertirne il profumo in un'atmosfera cui alla luminosità della figurazione scenica succede il turbamento del desiderio e della perversione. Tuttavia l'insieme viene trasferito su un livello più alto e meno torbido in virtù della tersa luminosità dei colori scelti, che variano dal semplice rapporto nero-bianco a tinte e mezze tinte assai armoniose. Talora lo schema è una contaminazione fra stilemi da Action Painting e la volontà di suggerire forme di delicata eppur consapevole femminilità. Nelle composizioni astratte, talora arricchite dall'inserimento di particolari materici, Roberta varia tra la leggerezza di un disegno fine e complesso in cui il ricorso ad interventi di dripping molto calcolati conferisce un felice fattore di relativa casualità in una impaginazione calibratissima, di segno sottile. Altre volte il segno si fa più energico e vigoroso sino a ricordare le sciabolate di Hans Hartung. In alcuni casi, da indicare fra le migliori riuscite dell'artista veneta, l'astrazione maschera con discrezione il desiderio di una rappresentazione del mondo attraverso geometrie di grande complessità e di magnifica resa pittorica. Roberta Sedocco è un'artista di sicuro talento con preziose componenti di originalità e che oltre la superficie del quadro esiste una personalità ricca, generosa e vibrante.