CRITICI VARI
".. La stesura del colore è molto importante. Rosa Mezzetti non approfitta del colore, che non è luminescente come puo' esserlo quello di una scuola veneziana, non è carico come puo' esserlo quello di una scuola napoletana, ma rimane nel mezzo: un cromatismo pacato, solenne, una stesura a piccole campiture, con pennellata breve e questo proprio per permettere al colore di assorbire la luce e poi di rifletterla sull'osservatore..." - Giorgio Falossi –
"Certo la luminosita' Toscana, e anzi Senese, cè e si vede: a testimonianza indimenticabile del luogo natìo. E' evidente pero' che, in particolare nei paesaggi anche se -toscani-, qualcosa in seguito si sia mosso: quasi che un vento soutiniano abbia ravvivato e rinforzato i colori, trasformando la veduta da idilliaca in passionale, o se si vuole in - langobarda- a tutto vantaggio piu' sentita e robusta, piu' appassionata, appunto. - Enzo Fabiani –
"E non dimentichiamo i fiori: ortensie, viole, gladioli, tulipani, particolarmente sentiti. La quasi totale assenza della figura umana permette di valorizzare gli elementi della natura e gli oggetti quotidiani. La scelta di questi soggetti ci ricorda che la pittura -en plein air - non è superata, ma puo' ancora essere feconda di futuri sviluppi" - Mariacristina Pianta –
"Sia il paesaggio che la natura morta sono scene di una realta' insolita e nuova dove non è il tradizionale ad essere esaltato quanto una visione personale della realta' che gli sta di fronte. La Mezzetti è in armonia con questo suo mondo pittorico in cui si respira la dolce atmosfera del soliloquio. E' questa una pittura in cui il silenzio e l'amore per la natura trovano una loro presenza quasi fisica e tangibile come lo è il verso poetico" - Antonio De Santis –