Prof. Cesare Mulè

In occasione della Mostra personale - selezione per la VI Biennale (Roma) - Catanzaro - dal 5 al 7 novembre 2005, il Prof. Cesare Mulè ha scritto

Rosa “fiorante “

È speculare al suo “Io”: schietta nel suo aspetto, quieta e rasserenante nelle tonalità, delicata nel linguaggio flessibile nei vari supporti (cartacei, tela, ecc.) ma sempre denotanti un accostamento di rispettosa trasposizione. Il fiore è innocente e gioioso ed è sempre giovane nei suoi ricorrenti germogli. Ovidio fa del fiore una ninfa chiamata “Cloris”, la “verdeggiante”. Così Rosa Amerato ci restituisce i colori, come han fatto i “fioranti” dell’Europa del Nord dal sec. XVII, grigia e lattiginosa, attivi principi con lo stupendo “Vaso di fiori” di Chardin, insuperato; o come i pittori meridionali di questo genere con i capifila Andrea Belvedere e Francesco Guardi e Giorgio Morandi. Nel suo approccio li spoglia dai viluppi e dagli infestanti reticoli verdi per presentarli nella loro essenzialità. La sua creatività si esplica - con rara capacità estetica - nella figura specialmente quella femminile ora esangue e quasi languente ora calore di un femmineo acceso di passione ora compiaciuta nel riguardarsi e nel prendere consapevolezza del “Sé”. Rosa Amerato si cimenta anche nel paesaggio come anelito ad ampliare o custodire spazi cari allo sguardo. Le tecniche espressive sono in suo demanio sicuro. La pittura, l’acquarello, la tempera, il pastello, il guazzetto e la Pittrice ne fa strumento estetico armonioso e docile con esiti gradevoli sempre o alla memoria. La sua qualità artistica si ravviva, cresce nel suo magistero pedagogico e nella frequentazione viva e fresca con giovani discenti. La sua vocazione costantemente si evolve nel dinamico rapporto didattico. Riservata e pudica esce dal suo hortus conclusus per gareggiare con il suo interiore e per rimarcare una stagione matura ed ottimale ma anche per creare fidente - ulteriori stimoli e suggestioni. Il fiore s’identica nel Sole ma io vedo il suo destino di donna e di artista sotto il segno della Luna, luce schiva e - nella sua mutevolezza - crescente.

Prof. Cesare Mulè