Teodosio Martucci

INCANTATORIE, PITTORICHE NARRAZIONI

Nella pittura di Salvo Distefano si ha modo di apprezzare la schiettezza della sua espressione figurativa. Una figurazione che nasce dal mondo personale dei suoi sentimenti, delle sue emozioni, in definitiva di quegli elementi della realtà che meglio e maggiormente colpiscono la sua immaginazione. Da queste premesse nascono dipinti ricchi di colori, elaborati con un disegno limpido, equilibrato. Infatti Distefano non ama gli eccessi, i contorcimenti di certe esasperazioni espressioniste. Sa quando deve fermarsi. Per lui la pittura è un rapporto sereno tra la realtà osservata e la spontanea riflessione. Distefano possiede una naturale inclinazione alla narrazione pittorica, un tratto che, oggi, purtroppo, nella realtà dell’arte contemporanea, è praticamente andato perduto. Ma, si potrebbe suggerire - e i dipinti di Distefano con sottile intelligenza lo suggeriscono - se la pittura non si avvale più del suo rapporto narrativo e poeticamente incantatorio a cosa serve? A decorare gli appartamenti, come direbbe Picasso...? Allora, l’osservatore, il critico attento, non prevenuto, deve porsi da questo punto di vista se vuol veramente comprendere la pittura di Distefano, la sua primaria ed inconfondibile origine.

I suoi soggetti spaziano dai paesaggi alla rappresentazione di figure femminili, dai ritratti di celebri personaggi, alla realtà suggestiva del territorio siciliano, alla raffigurazione equestre. Ma per quanto essi possano variare, la sua tavolozza, la trama delle sue composizioni rimangono inalterate. Da rilevare poi l’uso sapiente della tecnica a spatola che sembra particolarmente congeniale alla sua indole ispirativa.

Distefano ha pertanto un approccio personale all’arte, non segue le mode o le cosiddette ultime tendenze. Egli mantiene costante gli orientamenti della sua pittura, li valorizza con il gusto delle sue passioni, delle sue intuizioni, che sono sicuramente la via più sicura per approfondire mediante l’arte ogni autentico rapporto con la vita ed il proprio mondo interiore.

Teodosio Martucci

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