Prof Giuseppe Di Bella
Il mare di Silvia Zambon
Dalla Mostra "Dalla Terraferma...."
Proviamo dunque a rallentare, osservando la natura e i luoghi che, puntualmente maltrattati, denunciano tutta la decadenza della società odierna. Da nord a sud, dal Po al Mediterraneo, nella fitta trama di fiumi e canali che disegnano il territorio della nostra penisola osserviamo l’acqua che scorre limpida, la desideriamo quando non cade per giorni, la temiamo nelle piene che poi d’improvviso travolgono interi centri abitati, ci rendiamo infine conto che essa è anche risorsa inquinata e diritto mancato nella vita di alcuni di noi.
Ma fortunatamente vi è anche un’acqua viva più che mai, capace di travolgere pensieri e sentimenti: quell’acqua che ancora oggi in superficie rispecchia la sapienza antica di grandi artisti i quali, cercando bellezza, l’hanno trovata nella proporzione umana. Rimaniamo infatti attoniti di fronte alle architetture di Andrea Palladio riflesse lungo i fiumi della grande Pianura Padana: case come organismi resi viventi nella trasparenza di colori vibranti, perennemente in movimento.
L’acqua che riflette armonia, ma poi anche l’acqua di un Mare nostrum che, al contrario, toglie la vita in gorghi di morte che inghiottono esseri umani aventi una sola colpa: pensare che sia quella la via salvifica dalle fiamme di un inferno scatenato da quanti cercano nel potere un posto da protagonisti della storia. L’acqua benefica, universale e pura, specchio dell’intelligenza con cui l’uomo riesce a esprimere tutto il meglio di sé. E allo stesso tempo il mare trasformato in tomba di infinite morti inutili.