Prof Roberto Franzin
- Parlado con Silvia mi viene a dire che vorrebbe arrivare all'esperienza della scultura. Questo mi fa pensare ai rilievi materici della sua pittura. Penso alla mancanza di arretramenti prospettici e alle poche profondità cromatiche. C'è invece un propendersi, quasi tridimensionale, del colore supportato da una materia mai in pace. Silvia che invece di arretrare, come quasi tutta la pittura, si propende innanzi a conquistare un nuovo spazio. Non so se per motivi esistenziali, lo spazio che arretra e la memoria non sono più indagate a favore di un innanzi nuovo da scoprire. Un innanzi non facile, e i contrasti cromatici dove le tonalità scure predominano lo rivelano, ma un innanzi che sa di nuovo di qualcosa da cercare. Infatti ricerca dovrebbe essere una delle parole più importanti nella vita e nell'opera di un pittore. E la ricerca di Silvia è tutta innanzi, forte, personale, forse difficile ad esaurirsi.
- Non voglio parlare di mare perché al più grande artista astratto, la natura, nessuno ha mai chiesto cosa rappresentassero i suoi quadri. Mari, alberi, fiori, nuvole sono nomi che ha messo l'uomo. Ecco, quindi nessun rifferimento, forse troppo elementare, ai mari o ad altri pittori. Solo un richiamo all'artista-natura e alla sua magnetica forza astratta.