Prof. Massimiliano Porro
SIMONA MARCIMINO
I COLORI DELLA MIA VITA
MOSTRA PERSONALE
GALLERIA SPAZIO LIBERO 8 (ALZAIA NAVIGLIO PAVESE 8, MILANO)
8 – 15 LUGLIO 2017
Ci vuole coraggio e profonda consapevolezza per aprire il personale album dei ricordi e iniziare a raccontare il proprio cammino nel mondo. È una scelta di condivisione e una necessità interiore quella di utilizzare i colori per trasformare una serie di quadri in un Fregio della Vita.
Simona Marcimino, attingendo alla sua tavolozza policroma, ha dipinto un itinerario in continua evoluzione. I pennelli, come archi di violino e tasti di sassofono, suonano lo spartito dell’esistenza dell’artista. Le opere esposte in tre sezioni descrivono i diversi stati d’animo, i cambiamenti avvenuti, le memorie che, a distanza di tempo, riaffiorano dolcemente oppure come un terremoto che scuote rischiando di far crollare tutto. Le immagini diventano strumento per mostrare quanto di più recondito si conservi nel profondo. Il velo dell’apparenza cade di fronte a tanta sincera e umana urgenza di esprimersi.
I soggetti che Simona dipinge variano in relazione ai luoghi, agli episodi, agli incontri. È una continua ricerca delle radici di appartenenza, un’indagine figurativa per ritrovare l’equilibrio che può scomparire lungo il viaggio nel destino. E quante strade ha percorso Simona! Dalla Sicilia, a Roma, Venezia, Amburgo, America e infine Milano che l’ha ora accolta.
Ogni tappa ha rappresentato un allontanamento dalla genesi per affacciarsi verso nuove realtà, scontrandosi anche duramente con perdite di affetti cari, sostegni persi all’improvviso destabilizzando l’ordine naturale delle cose.
Esperienze che hanno fatto crescere sempre più nell’animo il desiderio di raccontare con il cuore, in primis a se stessa e poi all’universo circostante. In questo modo i colori si sono composti sulla tela come tonalità che salgono e scendono, dissonanti o armoniche, unendo anima e corpo.
L’artista si è poi messa “in attesa”, come il titolo dell’opera che fa da intermezzo tra le tre sezioni della mostra, per scoprire davvero chi lei fosse, consentendo all’arte di assumere il ruolo di terapia del sé. Cosa imperversa nel suo spirito? L’emergenza di guardarsi alle spalle, di meditare, di acquisire convinzione e sicurezza per non essere più in balia del fato ma un’artista capace e con la ferma certezza di essere presente, viva e partecipe.
I piedi enormi, sproporzionati come le scarpe indossate su corpi esili e danzanti, narrano i tentativi di costruire una euritmia interiore, un punto fermo di ancoraggio tra luci e ombre, suoi compagni itineranti. Dai paesaggi ariosi e illuminati, gioiosi, scintillanti, al salto nel vuoto per ricominciare a vivere dopo la sofferenza, l’intimità del suo vissuto prende letteralmente corpo nelle figure che, solitarie o in coppia, suonano o ballano, lasciando filtrare risvolti confidenziali.
Tocca ora al visitatore della mostra, al fruitore dell’arte, entrare nella dimensione pittorica e nell’essenza di Simona per continuare insieme il percorso mentre risuona musica Jazz, come il titolo dell’ultima opera esposta. Ecco dunque diffondersi nell’aria differenti musicalità che devono essere vissute, perché non bastano le parole. Le parole sono i fanciulli della ragione che non possono tradurne i sentimenti. Lasciamo dunque che sia il colore a rompere i confini razionali.
Prof. Massimiliano Porro
Critico e docente di Storia dell'Arte