Valerio Cervetti
TERRACOLORE
magia di una materia che prende colore
La pittura di Stefano Rozzi nasce da una profonda esigenza interiore di esprimere l’adesione al mondo della natura, ai suoi colori, alla sua materialità. La tecnica del dripping, che lo avvicina agli informali, o quella più astratta, si aggruma in immagini in cui la densità dei colori e dei materiali, tra cui la terra, portano lo sguardo a concentrarsi via via dai particolari all’insieme. Ma la tecnica non esaurisce la ricchezza espressiva di Rozzi. L’uso sapiente dei mezzi, quali l’olio, l’acrilico, gli inchiostri, i pigmenti colorati, il legno e appunto la terra, ci introducono in un mondo di luce, di colore in cui i frammenti si ricompongono in esplosioni di materialità vivente, in percorsi sempre nuovi per il nostro occhio. Non mancano gli abbandoni a visioni più poetiche, suggerite dall’autore non solo attraverso i titoli, ma anche attraverso la suggestione di immagini appena accennate, ma così evocative, come nella Farfalla nera, o nei Due papaveri, o ancora nello splendido Faire du velò, quasi una citazione della campagna provenzale di Van Gogh. La ricerca espressiva di Rozzi ha comunque il suo centro motore nell’uso del colore, nel quale egli immette le proprie conoscenze professionali affinate in anni di lavoro come litografo.