RENATA PANIZZIERI
RAFFAELLA VAIRA
Tecnico sanitario di radiologia medica presso l’ Ospedale Mauriziano di Torino, Raffaella Vaira, torinese, classe ’72, muove i primi passi nel mondo della creatività esercitando il suo talento di scrittrice con l’ esordio letterario del primo libro Fuori Atto, edito nel 2000 dalla Casa editrice L’autore libri Firenze, Collana Piccola Biblioteca 80, per poi passare all’arte visiva come autodidatta dal 2003.
Inizialmente il suo percorso pittorico e’ di tipo figurativo-naturalistico in stile espressionista: da sempre, infatti, e’ forte l’utilizzo che la Vaira fa del colore, scelto come medium comunicativo e cifra stilistica per comunicare le sue tempeste e passioni.
La sua ricerca artistica, però, non si limita all’impiego del piano bidimensionale della tela: la sua e’ un’urgenza di rappresentazione di un mondo interiore dove la superficie piana e’ il contenitore di un rapporto che si sviluppa tridimensionalmente, così la vigorosa pennellata, materica e pastosa dei suoi esordi, e’ ora sfondo lineare per oggetti presi da contesti quotidiani che vengono riciclati e rielaborati e, come un libro pop-up dove le figure escono dalle pagine per illustrare il testo, i soggetti sono posti sul supporto e si fanno action figures, statuine in azione. Oggetti/attori interpreti di momenti pulsanti su piccoli “palcoscenici”, in dialogo con l’osservatore che si ritrova, così, ad essere anche spettatore di un genius loci teatrale che e’ azione in progress di un tema che prescinde dalla sensibilità dell’artista per essere spunto di riflessione in chi lo guarda ed e’ trasportato in un flusso di sentimenti che variano a seconda del vissuto e della lettura emozionale di ciascuno, in uno spazio-tempo che e’ qui ed ora quanto presente che e’ anche passato o futuro, archetipo e prototipo.
I lavori della Vaira hanno reminiscenze nelle avanguardie tedesche e russe della prima decade del Novecento, allora sviluppate su supporto piano, quanto il sapore estetico di esotiche opere artistiche contemporanee del Sud America, dove l’esplosione cromatica coincide con quella spaziale in 3D e il sogno diviene tangibile, l’idea iperuranica si fa materia.
Raffaella Vaira traduce il proprio sentire nel grido scenografico di una pittura che per esprimersi necessita d’incorporare altre tecniche, in cui il solo rilievo non e’ sufficiente, bensì necessita dei 360 gradi della scultura, a cui lei dona movimento, verità esistenziale, con l’invito all’osservatore ad esperire una sua manifesta visione immaginata come possibile realtà vivifica, salvifica e vitale. Catartica.
Renata Panizzieri