DOTT FABIO COLIZZI - Coordinatore del Festival della cooperazione internazionale
L’anima delle donne che salva la bellezza
Forse avremmo potuto intitolare la prima edizione del Festival della cooperazione internazionale
“The Body Cage”. Cosa fanno, in fondo, quei milioni di persone che nel mondo tessono legami di
cooperazione e connessioni tra persone e popoli, se non lavorare per salvare la bellezza delle
persone e dell’intero pianeta?
Può sembrare un’idea ardita, o solo poetica, tuttavia le opere dell’artista Valeria Ferrari incrociano i
percorsi millenari, mitici, archetipici e di valori viventi, delle donne. E le donne non sono solo,
assieme ai bambini, agli anziani e alle persone con disabilità, il gruppo più vulnerabile nei luoghi
della sofferenza, della povertà, della violenza. Certo, esse sono fortemente discriminate nel campo
dell’istruzione, del lavoro, dei diritti umani, ma allo stesso tempo riescono a costituire il fulcro delle
comunità che rinascono grazie ai progetti di cooperazione internazionale.
Ho davanti agli occhi il gruppo di prostitute di Kathmandu in lotta per liberarsi dalla schiavitù
sessuale, i tanti gruppi di auto-aiuto in India, in Mongolia, in Mozambico, in Guinea Bissau, le
assemblee femminili di villaggio in Africa, Asia e Sud America.
Se la cooperazione internazionale non ha un genere, maschile o femminile, essa ha però
sicuramente un’anima femminile. L’anima delle donne è stata troppo spesso imprigionata nel suo
corpo, o ridotta ad esso. Un corpo donatore di vita, ancora oggi umiliato in tante parti del mondo,
con le mammelle secche di latte e le pance gonfie di fame, col sesso trucidato e la bellezza
orribilmente deturpata e corrosa. Ma l’anima delle donne, come quella di tutti, non si corrode,
riesce a fuggire dalla gabbia e vola ad alimentare i difficili percorsi di liberazione degli ultimi.
Come dice il poeta Gibran “la bellezza è la vita quando si toglie il velo”.
Salvare la bellezza vuol dire allora salvare la vita.
E Valeria, nel suo percorso artistico, pare averlo ben compreso.
Francesco Colizzi,
Coordinatore del Festival della cooperazione internazionale