Andrea Domenico Daricco

LAPSUS MENTIS - IL DESIDERIO NASCOSTO MOSTRA PERSONALE Rinascenza contemporanea propone una nuova mostra monotematica intitolata Lapsus Mentis in cui espone l'artista modenese Vanessa Mazzali. Ancora una volta vengono affrontati i caratteri della Teoria Sinaptica Essenziale secondo i quali l'elemento post virtualista dell'Inumanismo trova sfogo nella rappresentazione pittorica psico-creativista. Una lotta impari tra la razionalità ed i preconcetti del Super Io quale vettore che controlla gli impulsi del nostro equilibrio psichico. Il Super Io è l'ideale che il soggetto desidera raggiungere e che giudica tutto ciò che si muove al di fuori della propria portata. Comporta un costante modellamento dell'Io reagendo ad elementi non immediatamente riconoscibili dalla propria coerenza/coscienza. Affermazioni che rinviano direttamente al conflitto interiore, alla lotta che qualsiasi tipologia di equilibrio psichico deve sopportare e superare per giungere ad un nuovo livello di adattamento. Questa lotta emerge dalle opere di Vanessa. L'immobilità dei soggetti, la delicatezza dei colori così come l'equilibrio plastico indurrebbero subito a pensare che il senso della posa fosse indice di letizia esecutiva nel modo in cui viene a fissarsi sul supporto. Questo avviene sicuramente, ma solo superficialmente. L'equilibrio esteriore delle sue opere decanta una compostezza formale del Sè scatenando successivamente un'esplosione cromatica in cui l'Io viene scardinato nelle sue fondamenta determinando così uno spiazzamento ulteriore dello spettatore. Ne "la morte della cultura", parte dell'oggettività formale dei libri bombardati da schizzi cromatici di colore/sangue. L'action painting assume valori concettuali nel senso critico dell'intellettuale moderno che osserva/interiorizza/trasforma. Processo che attua in maniera diversa nel ciclo dei "Fragments" in sui il segno pittorico descrive la rottura di un percorso cromatico, di un equilibrio razionale in cui la rottura determina una sofferenza. Astrazioni al limite di un simbolismo espressionista ravvisabile nelle "Danzanti" così come nell'opera "Risorgere", al limite tra la figurazione e la sfera onirica. Questo andare e tornare tra la realtà fantastica e l'astrazione concreta ritorna nella mano tesa di "Aiuto" in cui il simbolo del mondo reale si innalza verso il vuoto, speculare, appunto, all'astrazione figurativa raggiunta precedentemente da "Risorgere". Anche "La solitaria" descrive questo voler richiudersi in se stessa ma nello stesso tempo al desiderio recondito di venire a galla. Ragioni che la inducono ad affondare nei particolari anatomici come nel ciclo di "Attimi" in cui primissimi piani del corpo umano descrivono il corpo/spazio mosso però dalla convergenza dei ricordi/tempo e l'umanizzazione si s-personifica sino a defluire in luoghi ignoti in cui solo la ratio può consentire di tornare indietro. Ragioni che la inducono all'evocazione simbolica dei fiori o all'olio su tela intitolato "Abbandono", in cui l'anonima figura di donna si perde nelle tenebre verso l'orizzonte mentre in primo piano troneggia lo scheletro del passato verso il quale noi tutti siamo risucchiati. Nelle lande dell'inconscio si rischia di restare per sempre imbrigliati e per quanti sforzi l'uomo di buona volontà possa fare per conoscere se stesso, tutto sembra vano. Se come abbiamo precedentemente affrontato, le ragioni logiche dell'Io vengono continuamente messe in discussione dal Super-Io che costituisce il rappresentante più alto dei valori etici e morali a cui ognuno aspira, è facile dedurre la lotta che questo squilibrio costituisce. La realtà muta i sogni. Questo è il fulcro dell'arte di Vanessa: il senso trasfigurativo di convertire la realtà oggettiva in simbolismi espressivi in cui consente ai desideri inconsci di accedere alla coscienza.
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