Alcione (sogno)
Descrizione
Circa un anno fa feci un sogno molto particolare.Mi trovavo su un'isola, e lì incontrai un giovane alce/cervo al quale cadevano continuamente le corna, come un cerchietto che non gli stava su bene.
Ci trovavamo vicino a un monte da un lato, e un burrone dall'altro. Ad un certo punto, le sue corna precipitarono giù nel burrone.
Nello stesso istante, sentimmo un grido di dolore, un terribile lamento di rabbia e disperazione provenire da qualche parte poco distante da noi.
Era il padre del giovane alce-cervo, che aveva avvertito ciò che era successo.
Con riverenziale timore, mi avvicinai all'enorme creatura, e parlammo senza parlare, ovvero senza pronunciare parole, ma con un linguaggio di telepatia di cuore. Gli dissi che potevo andare io a recuperare le corna di suo figlio. Compresi che aveva avvertito che le mie intenzioni erano sincere e mi rilassai.
Lui mi rispose, questa volta parlando ad alta voce: "Adesso capisco perché dicono che sai connetterti con le creature".
Dopo aver restituito le corna al giovane alcervo, la gigantesca creatura, con palchi maestosi che gli addobbavano il capo, mi fece segno di salirgli in groppa.
Dovevo lasciare l'isola, per tornare a casa, e lui aveva deciso di aiutarmi. Legammo anche una specie di vagone a lui, per poter portare con noi per un tratto anche alcuni turisti che dovevano tornare a casa, e ci incamminammo per il viaggio. Attraversammo spiagge, steppe, prati e valli ricoperte di neve, fino a quando ad un tratto, da sotto il manto di neve alto fino al dorso dell'alcione, emersero due enormi, potentissime ali bianche, e con queste ci alzammo in volo superando altri luoghi, laghi, mari.
Mi sentii immensamente grata per il regalo che questa creatura aveva deciso di farmi, e mi sentii colmare di sensazioni di grazia, potenza, gioia, libertà.
Mi lasciò sulla terraferma, così che da lì potessi proseguire il mio viaggio verso casa.
Fu un sogno particolarmente intenso, chiaro, nitido, le cui sensazioni e immagini del volo continuarono ad echeggiare in me finché non le riportai su tela, in questo quadro.
Decisi di chiamarlo, scherzosamente, "Alcione", ed è stato per tanto tempo appeso ai piedi del mio letto, finchè di recente ho deciso di spostarlo sulla testata.
La sera, quando la luce del tramonto innaffia la camera da letto, è come se la magia di Alcione prendesse vita di nuovo, e ancora oggi quando lo guardo rivivo quelle sensazioni sulla mia pelle.
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