quadri in vendita online - Dai cancelli alle Stragi

Descrizione

Davanti ai cancelli 

della Fiat con 

Berlinguer, il 26 

settembre 1980


di LORENZO GIANOTTI


La testimonianza di chi accompagnò il segretario del Pci nella visita ai lavoratori durante i 35 giorni di lotta, 40 anni fa


26 SETTEMBRE 2020


Fonte


https://www.google.it/amp/s/torino.repubblica.it/cronaca/2020/09/26/news/davanti_ai_cancelli_della_fiat_con_berlinguer_quel_26_settembre_1980-268581047/amp/?espv=1




Se Berlinguer non fosse 

morto, Napolitano si 

sarebbe dimesso


GIUGNO 14, 2015


Nella foto in alto: 26 settembre 1980 – Enrico Berlinguer davanti ai cancelli FIAT di Mirafiori a Torino promette l’appoggio del PCI alle lotte degli operai in sciopero, anche in caso di occupazione della fabbrica; In basso: Giorgio Napolitano con Gianni Agnelli. Secondo il racconto di Napolitano, i due si erano incontrati per la prima volta in America nel 1978 instaurando un rapporto di “schietta cordialità e simpatia”


Fonte:

https://ilviziodellaparola.wordpress.com/2015/06/14/se-berlinguer-non-fosse-morto-napolitano-si-sarebbe-dimesso/




Enrico Berlinguer viene allontanato dal palco a seguito del malore sofferto durante il comizio a Padova


Data 07/06/1984


Fonte:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Enrico_Berlinguer#/media/File:Berlinguer_Padova_1984.jpg




Enrico Berlinguer

Ex Membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana


Enrico Berlinguer, AFI, è stato un politico italiano, tra le figure più influenti e iconiche della cosiddetta Prima Repubblica. Attivo nell'antifascismo sardo, nel 1943 s'iscrisse al Partito Comunista.


Nascita: 25 maggio 1922, Sassari


Morte: 11 giugno 1984, Padova


Fonte: 

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Enrico_Berlinguer




Mirafiori Accordi e Lotte


1969-75


L’autunno caldo e la conquista di poteri e diritti di cittadinanza nei luoghi di lavoro. La prima crisi petrolifera

Nel periodo tra la fine del 1968 e l’inizio del 1969 si avverte un’accelerazione dei processi e delle tensioni sociali alla Fiat; entrano in campo anche nuovi protagonisti: gruppi del movimento studentesco iniziarono a essere presenti con continuità davanti alle porte della Fiat diffondendo parole d’ordine e indicazioni in evidente concorrenza con le organizzazioni sindacali, anche sull’onda di avvenimenti come il “maggio francese”. Fim, Fiom, Uilm e Sida sottoscrissero un patto di unità d’azione che, con il Sida, durò tutto il 1969 e i primi mesi del 1970.


1969 – L’autunno caldo

Le vertenze applicative della primavera estate ’69 a Mirafiori hanno avuto una conclusione positiva, in particolare con la conquista dei delegati sulle linee di montaggio. In questo modo si è giunti alla formazione del Consiglio di fabbrica, “il Consiglione”, che si è rivelato strumento indispensabile per il governo della successiva vertenza contrattuale.


L’autunno caldo


Con la fine del 1969 scadeva anche il rinnovo del Ccnl dei metalmeccanici: questa vertenza chiuse definitivamente una fase delle relazioni industriali in Italia e accreditò definitivamente il sindacato unitario come un nuovo importante soggetto sociale. Il rinnovo contrattuale del 1969 fu ribattezzato “l’autunno caldo” per la vastità del conflitto sociale che si aprì nel paese; ma uno dei punti centrali di questo scontro fu indubbiamente la Fiat, che cercò di assumere fin dall’inizio un ruolo di leader nello schieramento delle aziende metalmeccaniche, proponendo immediatamente la pregiudiziale sulla contrattazione articolata, con l’obiettivo di ridurne la funzione.


Furono organizzate per la prima volta imponenti manifestazioni a Torino per il Centro-Nord (25 settembre), a Napoli per il Centro-Sud (16 ottobre) e infine una manifestazione nazionale a Roma con oltre 100.000 metalmeccanici (28 novembre). La vertenza ebbe anche momenti molto difficili in occasione dell’uccisione di un agente di polizia, Antonio Annarumma, il 19 novembre a Milano, in seguito a uno scontro con un gruppo estremista; ma ancor più gravi con gli attentati del 12 dicembre a Milano e a Roma che provocarono la strage di Piazza Fontana e che al momento, con una tipica operazione di depistaggio, furono attribuiti agli anarchici. Al di là dell’influenza che questi episodi ebbero sulla storia del nostro paese, al momento furono utilizzati per creare delle pressioni nei confronti dei sindacati per chiudere immediatamente le trattative rinunciando a una parte delle rivendicazioni. Un altro elemento di ricatto furono i 200 licenziamenti di militanti sindacali, che la Fiat attuò nel mese di novembre e che determinò un’ulteriore rottura delle trattative. Su questo aspetto fu soprattutto la Fim che insistette su una linea intransigente nei confronti della Fiat, coinvolgendo l’insieme del fronte sindacale nel legare la conclusione della vertenza con il ritiro dei licenziamenti.


Alla fine i licenziamenti furono ritirati, come fu ritirata la pregiudiziale confindustriale sulla contrattazione articolata: l’accordo fu raggiunto il 21 dicembre con la mediazione del Ministro del lavoro Carlo Donat Cattin e fu firmato formalmente l’8 gennaio 1970. L’accordo conteneva significative novità con l’acquisizione di importanti diritti collettivi e individuali, quali le 10 ore di assemblea sindacali retribuite, il riconoscimento dei rappresentanti sindacali in azienda e le moderne procedure per i provvedimenti disciplinari con il diritto alla contestazione per il lavoratore; inoltre prevedeva la progressiva riduzione dell’orario settimanale a 40 ore e un aumento retributivo di 13.500 lire al mese uguale per tutti. Con questo accordo il sindacato metalmeccanico acquisiva il diritto di cittadinanza e di organizzazione all’interno della fabbrica e consolidava il rapporto unitario che si avviava a diventare organico.


1971 – Torino Manifestazione in Piazza S. Carlo

La FIAT si riorganizza


Nel 1970 Umberto Agnelli subentrò nella carica di amministratore delegato, sostituendo Gaudenzio Bono, che era stato considerato il braccio destro di Vittorio Valletta. Questo ricambio completava l’opera di rinnovamento del vertice aziendale, ma avrebbe comportato anche rilevanti modifiche nella stessa struttura aziendale con la successiva divisionalizzazione della Fiat e il superamento dell’organizzazione monolitica e accentrata che aveva caratterizzato l’epoca di Valletta. Ciò fu attuato nel 1970 con la costituzione di tre gruppi operativi: automobili, veicoli industriali e prodotti diversificati.


La Fiat iniziava a misurarsi con le prime difficoltà di un mercato che si dimostrava meno prevedibile; mentre si manifestavano primi fenomeni di concorrenza, con la liberalizzazione del mercato dell’automobile all’interno del mercato comune europeo nel 1968. Le nuove condizioni di concorrenza e le incertezze della Fiat comportarono una riduzione strutturale della quota di mercato in Italia, che nel 1969 era di poco inferiore al 70%, mentre nel 1970 era già scesa al 64% circa, nonostante l’acquisizione dell’Autobianchi all’inizio del 1968 e del gruppo Lancia nell’autunno del 1969, e avrebbe continuato a diminuire nel corso degli anni settanta.


I Consigli di Fabbrica e lo Statuto dei diritti dei lavoratori


Il periodo immediatamente successivo al rinnovo contrattuale del 1969 deve essere considerato una fase di consolidamento organizzativo dei sindacati alla Fiat, mentre in Fim, Fiom e Uilm maturano importanti scelte strategiche, come l’individuazione nei Consigli di Fabbrica della struttura sindacale unitaria nei luoghi di lavoro, con il conseguente superamento della C.I., nella prima Conferenza unitaria il 15 e 16 marzo 1970.


Non va dimenticato che il 20 giugno del 1969 Giacomo Brodolini, predecessore di Donat Cattin al Ministero del lavoro, aveva presentato la proposta di legge dello Statuto dei diritti dei lavoratori, che il Parlamento approvò l’anno successivo. La legge 20 maggio 1970, n° 300, stabilì diritti individuali e sindacali fondamentali nei luoghi di lavoro, dando cittadinanza al sindacato nelle fabbriche.


Nel 1971 Mirafiori occupa oltre 60.000 lavoratori, tra operai e impiegati. Nello stesso anno scoppia lo scandalo dello spionaggio Fiat, che porta a scoperchiare l’esistenza di 350.000 schedature di dipendenti e di cittadini, redatte con la collusione di interi settori dei carabinieri e la complicità di parte della magistratura torinese. Il processo verrà spostato a Napoli, per legittima suspicione, inizierà nel 1976 e si concluderà con una condanna di primo grado nel 1978, successivamente il processo di appello terminerà con la prescrizione dei reati dato il protrarsi dei tempi dei procedimenti giuridici.


1972 Conferenza nazionale dei delegati metalmeccanici a Genova

La FLM


Nella Conferenza dei delegati metalmeccanici che si tenne a Genova, dal 29 settembre al 2 ottobre del 1972, fu ratificata l’unificazione sindacale tra Fim, Fiom e Uilm con la costituzione della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (Flm). Il processo unitario incontrava maggiori ostacoli nelle Confederazioni sindacali, che, dopo una lunga discussione e forti contrasti, erano arrivate a sancire un patto federativo il 25 luglio 1972, mentre l’impegno allo scioglimento delle singole confederazioni e all’unificazione, da attuare entro il 1973, non fu mai attuato.


Nel frattempo è necessario ricordare che era cambiata la situazione politica con l’elezione del democristiano Leone come Presidente della Repubblica, con i voti decisivi dell’estrema destra, nel dicembre del 1971; inoltre il fallimento del centro-sinistra aveva portato alla formazione del primo governo Andreotti di centro-destra nel febbraio del 1972. Il risultato delle elezioni politiche nel maggio del 1972, dove la sinistra aveva subito una flessione, aveva dimostrato che le lotte sociali non si traducevano immediatamente in risultati politici. Un episodio indicativo di quella fase fu la cosiddetta rivolta di Reggio Calabria, scatenata dalla scelta di Catanzaro come capoluogo di regione. La violenta protesta, nota come “boia chi molla”, era egemonizzata dall’estrema destra fascista e durava da molti mesi. La Flm decise una manifestazione pubblica di massa il 20 ottobre 1972, con una folta partecipazione di lavoratori Fiat: la manifestazione a Reggio Calabria fu caratterizzata da provocazioni e attentati, ma ebbe un effetto positivo nell’isolare la spinta eversiva della destra.


Il rinnovo contrattuale del 1973 e il “patto dei produttori”


In questa situazione il rinnovo contrattuale del 1973 presentava evidenti rischi, soprattutto a fronte un padronato metalmeccanico che si era organizzato nella Federmeccanica e che si proponeva di sfruttare la mutata situazione politica con qualche proposito di rivincita rispetto al precedente rinnovo contrattuale. Lo scontro fu molto duro: il confronto durerà sei mesi, con 80 ore di sciopero dichiarate (ma a Mirafiori saranno di più) e una manifestazione nazionale a Roma il 9 febbraio con la partecipazione di 250.000 metalmeccanici.


La Fiat sarà ancora una volta in primo piano per le dichiarazioni di Gianni Agnelli che, in un’intervista giornalistica, propone un patto sociale tra produttori, imprenditori e lavoratori, contro la rendita parassitaria per modernizzare il paese; contemporaneamente il fratello Umberto accusava la direzione della Confindustria di non saper affrontare i nuovi problemi sociali. Infine negli ultimi giorni di marzo a Mirafiori si innesca lo sciopero a oltranza con l’occupazione delle portinerie. “L’occupazione” di Mirafiori, fabbrica-simbolo con circa 55.000 dipendenti, ha un forte impatto sull’opinione pubblica.


L’accordo viene raggiunto il 2 aprile; tra i principali contenuti ha i seguenti punti: l’Inquadramento Unico su sette livelli per operai, intermedi e impiegati, le 150 ore di diritto allo studio, quattro settimane di ferie per tutti, 39 ore settimanali per il settore siderurgico, 16.000 lire di aumento uguale per tutti dei minimi retributivi. Gli aspetti normativi quali il diritto allo studio e l’inquadramento professionale comportavano necessariamente una contrattazione applicativa che ebbe un forte sviluppo. Da questo punto di vista il rinnovo contrattuale del 1973 è altrettanto importante come quello del 1969 per la qualità dei contenuti conquistati, ma anche per aver bloccato i propositi di rivincita di Federmeccanica. L’elezione di Gianni Agnelli alla carica di Presidente della Confindustria sancirà questo cambiamento d’impostazione, consolidato successivamente nell’accordo interconfederale sul punto unico di contingenza, il 25 maggio 1975.


La prima crisi petrolifera


Intanto, una serie di avvenimenti internazionali aveva iniziato a mettere in crisi l’ordine economico internazionale, in particolare alla fine del 1973 scoppia una nuova guerra in Medio Oriente (la cosiddetta guerra dello Yon Kippur iniziata il 6 ottobre 1973) a cui segue un fortissimo rialzo dei prezzi del petrolio. Prima ancora, nell’agosto del 1971, il Presidente degli U.S.A., Richard Nixon, aveva denunciato gli accordi di Bretton Woods, determinando lo sganciamento del dollaro dall’oro. Ciò comportò il superamento del sistema dei cambi fissi, sancito successivamente dagli accordi della Giamaica del 1976, che adottarono un nuovo sistema di cambi flessibili: questi atti, suggeriti dai teorici neoliberisti, ebbero conseguenze rilevanti e avviarono una nuova fase economica internazionale caratterizzata da un’accentuata instabilità.


La guerra del Kippur e il successivo rialzo dei prezzi del petrolio fecero solamente precipitare e aggravare la crisi, che in Italia è accompagnata da un forte rialzo inflazionistico. Gli incrementi record del prezzo della benzina avrà inevitabili conseguenze sul mercato dell’automobile e già alla fine del 1973 si avvertono i primi segni del rallentamento della domanda, con immediati effetti sulla produzione. Per la prima volta dopo molti anni la Fiat pone migliaia di lavoratori in cassa integrazione.


Il terrorismo e il cambiamento del quadro politico


Negli stessi anni si aggrava la strategia della tensione con gli attentati terroristici, di matrice fascista, di Piazza della Loggia a Brescia (28 maggio 1974) e del treno Italicus (4 agosto 1974) che provocarono molti morti e feriti. A Mirafiori si verificarono le prime iniziative delle Brigate Rosse con il rapimento di un sindacalista della Cisnal e del capo del personale della Sezione Auto, Ettore Amerio.


Nel 1975, il 15 giugno, si svolsero le elezioni amministrative che videro un successo della sinistra e del Pci in particolare e che cambiarono il quadro politico del paese. Il governo della città di Torino e il Piemonte furono conquistati dalle sinistre. La vittoria del Pci alle elezioni politiche nel giugno dell’anno successivo portò questo partito nell’area di governo, da cui era escluso dal 1947: con i governi Andreotti iniziò la fase della “solidarietà nazionale” e sembrò che si aprisse un percorso nuovo della politica italiana.


ISMEL – Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro dell’Impresa e dei Diritti Sociali – www.ismel.it è attuale gestore del sito Mirafiori accordi e lotte

[email protected] - Cookie Policy - Privacy Policy


Fonte:

https://www.mirafiori-accordielotte.org/1969-75/




ANNIVERSARIO


Cinquant’anni fa le schedature Fiat

Novembre 1971 – Giudicati e condannati, nel febbraio 1978, per corruzione e violazione di segreto d’ufficio, 36 imputati tra cui 5 dirigenti Fiat e un alto dirigente della Questura. Li inchiodano 350 mila schedature – una cifra enorme, un terzo degli abitanti di Torino – a opera della Fiat …


Di Pier Giuseppe Accornero


 -16 Dicembre 2021


Giudicati e condannati, nel febbraio 1978, per corruzione e violazione di segreto d’ufficio, 36 imputati tra cui 5 dirigenti Fiat e un alto dirigente della Questura. Li inchiodano 350 mila schedature – una cifra enorme, un terzo degli abitanti di Torino – a opera della Fiat. I padroni diffidano dei propri lavoratori e non si accontentano delle raccomandazioni di parroci e sindaci. Temono che gli operai si rendano conto che il padrone toglie loro la vita fingendo di dare un lavoro: 350.000 schede su opinioni politiche e vita privata; tendenze sindacali e vita sessuale dei dipendenti.


Il 24 settembre 1970 cotale Caterino Ceresa intenta causa alla Fiat sostenendo di aver svolto per anni mansioni diverse rispetto al contratto: assunto nel 1953 come «fattorino», ha fatto prevalentemente lo spione con relazioni scritte su «qualità morali, trascorsi penali e rispettabilità delle persone con le quali la società era o doveva entrare in relazione» in modo da scartare, isolare ed emarginare comunisti e sindacalizzati. Il 9 luglio 1971 Angelo Converso, pretore del Lavoro di Torino, «gira» alla Pretura penale gli atti. Il 5 agosto il magistrato Raffaele Guariniello si presenta ai cancelli con l’ordine di accesso all’archivio dei Servizi generali. Mancano i funzionari che aprono la cassaforte perché in ferie. Guariniello torna a settembre e trova il tesoro: 350 mila schede. Molti documenti provengono da Procura, Polizia e Carabinieri.


Lo spionaggio andava avanti dagli anni Cinquanta dominati da Vittorio Valletta: nel dopoguerra attua la politica «del bastone e della carota». La Fiat si regge su un pesante controllo di capi, capetti e «guardioni» in ogni momento e in ogni angolo: non ci si può muovere senza essere sorvegliati. Il controllo è finalizzato alla produzione e alla disciplina interna. Nella più grande concentrazione industriale d’Italia gli operai si sentono soffocati. Per contrastare i comunisti della Fiom-Cgil, Valletta favorisce la nascita dell’autonomo Sindacato italiano dell’automobile-Sida; stronca la classe operaia: scioperi osteggiati; sindacalisti marcati stretti; sindacato giallo foraggiato; operai indocili, attivisti comunisti e sindacalisti deportati nei «reparti confino»: l’«Officina Stella Rossa», ex «Officina Sussidiaria Ricambi».


Sul banco degli imputati Mario Cellerino, ex colonnello dei Carabinieri e responsabile della sicurezza aziendale; il colonnello Enrico Stettermjer del Sid di Torino riceve dalla Fiat 150 mila lire al mese; numerosi funzionari della Questura ricevono elargizioni e regali in cambio di informazioni. Schedano lavoratori, ex partigiani, sindacalisti, giornalisti, uomini politici. Nel 1951 Clare Boothe Luce, ambasciatrice degli Stati Uniti in Italia, impone a Valletta di cacciare i comunisti: 812 (per difetto) licenziati dagli stabilimenti di Torino. «Occupato alla Fiat Ricambi ex partigiano garibaldino: a causa della sua ideologia è stato più volte cambiato di reparto. Oggi lavora alla “Stella Rossa”». Il licenziamento è un marchio infamante che impedisce di trovare un nuovo lavoro. Giovanni Pautasso, bravo verniciatore, sindacalista, licenziato, non trova più lavoro. Un mattino si presenta alla Camera del lavoro: aveva trascorso la notte a smontare un circo per 500 lire. Due ore dopo si butta nelle acque del Po.


Gli spioni riservano alle donne una particolare morbosità: «Trattasi di donna giovane e avvenente ma di moralità discussa. Le sue relazioni con uomini sono notorie e hanno suscitato sfavorevoli commenti». «Sua madre è passata a seconde nozze nel luglio scorso. Durante la vedovanza ha lasciato desiderare per la condotta morale e civile e ha avuto anche un aborto». La Fiat punta anche a far entrare i fascisti da aizzare contro la Fiom. A servizio dei padroni le parrocchie: «Operaio a Mirafiori dal 1951, di tendenze comuniste: tutti gli anni quando passa il sacerdote a benedire la casa, gli vieta l’ingresso». A disposizione della Fiat vi sono le caserme dei Carabinieri, i commissariati di Pubblica Sicurezza, la Questura: «Dalle note spese risulta al soldo della Fiat l’intero apparato poliziesco di Torino. Fra questi Marcello Guida, ex direttore nel Ventennio della colonia penale di Ventotene; dal 1969 questore di Torino, comanda le cariche di corso Traiano. Riceve dalla Fiat un milione l’anno, per «aiuto durante le manifestazioni e gli scioperi». I meglio retribuiti sono Ermanno Bessone e Aldo Romano, capo e commissario dell’Ufficio Politico della Questura: 250-400 mila lire mensili; sempre presenti a manifestazioni, scioperi, picchetti, comandano cariche e arresti. L’archivio della Questura è a disposizione della Fiat.


«Il sottufficiale addetto all’Ufficio Politico della Questura riceveva dalla Fiat i pacchi di schede già intestate, nelle quali doveva versare tutte le notizie che riusciva a reperire negli archivi, nelle caserme e commissariati di tutta Italia». Ai vertici dell’Arma il tenente colonnello Enrico Stettermayer, capo del nucleo speciale dei Carabinieri di Torino e referente dei Servizi informativi Difesa (Sid), riceve 150 mila lire al mese. «Oltre a 150 stipendi extra per agenti e funzionari, la Fiat sovvenziona Polizia e Carabinieri fornendo cancelleria, pagando le manutenzioni, il caffè e le bevande calde alle guardie impegnate contro i picchetti». Si aggiungono migliaia di benefit (cioccolatini, bottiglie di Cinzano, acqua di colonia, orologi e strenne varie) inviati a migliaia di carabinieri, poliziotti, vigili urbani, ufficiali delle Forze Armate, magistrati, dipendenti di Comuni e Ministeri.


Questa immensa corruzione va a processo, non a Torino ma a Napoli. Alla congiura del silenzio della stampa italiana risponde il coraggio degli avvocati di parte civile Pier Claudio Costanzo e Bianca Guidetti Serra. L’accesso agli atti, protetto da rigido segreto istruttorio, impedisce la costituzione di parte civile degli operai licenziati. Ma Costanzo e Guidetti Serra riescono a far passare la costituzione di parte civile dei sindacati. Per più di 40 udienze a Napoli – e non hanno a disposizione gli aerei Fiat – per due anni si scontrano con mille ostacoli, rinvii e il segreto politico militare. Dice Bianca Guidetti Serra: «L’importante è che si sia svolto il processo come momento di verità». Il 13 novembre 1971 sindacati, partiti, movimenti politici e associazioni indicono l’assemblea «La città deve sapere» presieduta dall’avvocata ed ex partigiana Guidetti Serra: «Per oltre vent’anni la schedatura è stato strumento di una gestione autoritaria i cui effetti si sono estesi ben oltre la fabbrica».


Fonte:


https://vocetempo.it/cinquantanni-fa-lo-scandalo-delle-schedature-fiat/




Strage di piazza Fontana

attentato terroristico compiuto a Milano nel 1969


La strage di piazza Fontana fu conseguenza di un grave attentato terroristico compiuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura che causò 17 morti e 88 feriti. È considerata «la madre di tutte le stragi», il «primo e più dirompente atto terroristico dal dopoguerra», 

«il momento più incandescente della strategia della tensione» e da alcuni è ritenuta l'inizio del periodo passato alla storia in Italia come anni di piombo, ma è da ritenersi apice di azioni precedenti come gli attentati alla Fiera Campionaria di Milano nell'aprile 1969 e i falliti attentati coevi in piazza Scala e a Roma.


La strage della Banca dell'Agricoltura non fu la più atroce tra quelle che hanno insanguinato l'Italia, ma diede avvio al periodo stragista della "strategia della tensione", che vide realizzarsi numerosi attentati, come la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 (8 morti), la strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e la più sanguinosa strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).


Fonte: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_piazza_Fontana




UNA GRANDE MANDRIA DI VACCHE!! IL NUOVO ORDINE DISEGNATO DA GIANNI AGNELLI E COMMISSIONE TRILATERALE!


Scriveva sin dagli anni sessanta un docente universitario americano, Kenneth Bouldin: "Si può perfettamente concepire un mondo dominato da una dittatura invisibile nel quale tuttavia siano state mantenute le forme esteriori del governo democratico".


https://digilander.libero.it/dansofia/diz1.htm




SABATO

07 luglio 1990


 < >


Presidenza Francesco Cossiga


Incontro del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga con Henry Kissinger, accompagnato dall'Avv. Gianni Agnelli, Presidente della FIAT.


https://archivio.quirinale.it/aspr/fotografico/PHOTO-002-000314/presidente/francesco-cossiga/incontro-del-presidente-della-repubblica-francesco-cossiga-henry-kissinger-accompagnato-dall-avv-gianni-agnelli-presidente-della-fiat


da "LE VERITA' NEGATE" di Ferdinando Imposimato


<Aldo Moro cominciò a morire nel 1963.


Gli anni dal 1963 al 1968 furono indicati dagli storici come quelli del “primo centro sinistra”. Ma furono caratterizzati dalla violenta reazione delle forze reazionarie dentro e fuori il nostro Paese, che fecero ricorso ad ogni mezzo per ostacolare l'ingresso delle forze della sinistra nel Governo italiano. 


Il primo Governo Moro venne varato nel dicembre 1963 con la partecipazione del PSI , del PSDI e del PRI. Vicepresidente del Consiglio fu Pietro Nenni. Presto, la crisi del primo Governo Moro, nel giugno del 1964, segnò una svolta negativa per la democrazia italiana: con essa si concluse in modo definitivo la prima fase del centro sinistra. Questa fase aveva avuto il suo inizio con l'incontro tra Nenni e Saragat e la rottura della Unità delle sinistre. Il 27gennaio 1962, al VII congresso della DC a Napoli, era prevalso l'asse Moro Fanfani per l'apertura a sinistra.


Il declino di Moro fu progressivo ma inesorabile. 


Contro di lui agirono gli stessi suoi apparenti estimatori. 

Nel luglio 1964 venne varato un nuovo Governo Moro con vice presidente Nenni, ma con un programma moderato dovuto alla presenza di tutti gli esponenti della destra che salirono sul "carro" del centro sinistra. 

Si preparavano ad affossare Moro, senza tenerlo fuori dal potere. Cominciò una specie di assedio da parte dei suoi nemici, che si comportavano in modo tollerante. Da Emilio Colombo, a Giulio Andreotti, incollato alla Difesa e alla guida della organizzazione omicida, Gladio, da Franco Restivo, in contatto con la Mafia siciliana e con Tommaso Buscetta, a Oscar Luigi Scalfaro, che aveva cominciato la scalata al potere, senza rifiutare dei presunti "doni".


Si verificò l'eterogenesi dei fini del "moroteismo. Mentre il Segretario della DC, Mariano Rumor, prese a lavorare per una ricomposizione della DC con l'obiettivo di superare il sistema delle correnti interne. Moro, guidò il secondo governo di centro sinistra, con PSI , PSDI e PRI, ma sentendosi sempre più isolato: la voce diffusa anche nel suo partito era che fosse un comunista ... persino un sacerdote di Maddaloni, amico di Andreotti, lo accusava di essere un comunista.


Il 24 febbraio 1966, Moro varò il suo terzo Governo di Centro sinistra, sostenuto da DC, PSI, PSDI , PRI, alla Difesa vi mise il socialdemocratico Roberto Tremelloni. Ma a controllare i gangli vitali di quel Ministero era Francesco Cossiga, sottosegretario alla Difesa, inserito saldamente al vertice di Gladio, l'organizzazione incostituzionale ed assassina.


Nell'autunno 1966 il PSI e il PSDI si riunivano nel PSU, con la benedizione della CIA. 


Il Sifar si diede da fare per formare fascicoli personali contro politici, parlamentari e sindacalisti. Il 31 gennaio 1967, il Ministro della Difesa Tremelloni confermò l'esistenza di fascicoli raccolti dal Sifar e la scomparsa di molti di essi, compresi quelli intestati ad egli stesso ed al Presidente della Repubblica Saragat, eletto nel dicembre 1964, con i voti dei comunisti.


I nemici del centrosinistra stavano organizzando un'offensiva senza precedenti che avrebbe portato alla lunga stagione delle stragi. 


L'esordio avvenne nella primavera del 1969 , ma fu preceduto dall'avvento al Governo nel giugno del 1968 di Giovanni Leone, che durò poco. Ad esso fece seguito, nel dicembre 1968, il Governo di Mariano Rumor, che comprendeva i socialisti unificati (PSU) e il PRI. A questo Governo succedette, nell'agosto del 1969, il secondo Governo Rumor, che eliminò Nenni e inserì diversi elementi della destra militanti nella DC . Moro divenne Ministro degli Esteri.


[27.12.2016- archivio Presidente Imposimato]


168 visualizzazioni

0 commenti

  • Al momento non sono stati inseriti commenti per questo quadro
  • registrati o accedi per lasciare un commento

    Quadri simili 8

    Burlone
    di Alys Melcon
    Caltanissetta, Sicilia - Italia
    2.561
    150
    Vision
    di Alys Melcon
    Caltanissetta, Sicilia - Italia
    1.876
    100
    Sorpresa
    di Alys Melcon
    Caltanissetta, Sicilia - Italia
    2.050
    150
    Perplessità
    di Alys Melcon
    Caltanissetta, Sicilia - Italia
    2.043
    150
    Sbigottimento
    di Alys Melcon
    Caltanissetta, Sicilia - Italia
    1.732
    150
    Stupore
    di Alys Melcon
    Caltanissetta, Sicilia - Italia
    1.575
    150
    Esultazione
    di Alys Melcon
    Caltanissetta, Sicilia - Italia
    1.679
    150
    Fanculo!
    di Alys Melcon
    Caltanissetta, Sicilia - Italia
    1.783
    150
    Scopri di più