Donna di Desulo

di Cristina Maddalena

quadri in vendita online - Donna di Desulo

Descrizione

La Sardegna al femminile di Cristina Maddalena.
Siamo ormai assuefatti al pomposo abbigliamento delle donne sarde che trovano nei loro ricchi addobbi lavorati ed impreziositi con bottoni d’oro la realizzazione di una bellezza femminile che si mostra tutta attraverso il loro viso aggraziato e la ricchezza del vestito indossato che funge anche da identificativo della provenienza.
Questi stereotipi della sardità li vediamo messi in mostra in cavalcate, sagre più o meno importanti, feste di paese, ovunque dunque, e qualche politico in cerca di visibilità vorrebbe mettere in costume anche le cameriere dei ristoranti che magari accolgano i clienti mettendogli al collo anziché ghirlande di fiori di hawaiana memoria, corone di malloreddos.
Mi suscita pertanto una certa apprensione vedere la Sardegna esibita attraverso questi modelli spesso e volentieri un po’ ingessati.
Poi per fortuna, senza tanto clamore, catturano la mia attenzione i quadri di un’artista che ci ricorda, per la prima volta, che sotto quell’abito c’è una donna, pienamente donna nel suo corpo aggraziato e ce lo mostra in tutto il suo fascino e in tutta la sua personalità nient’affatto marionettesca. Una donna che anche nella nudità, liberata dagli addobbi, conserva un orgoglioso attaccamento al suo carattere popolare immerso nella tradizione.
Allora ti chiedi perché l’artista in questione ha deciso di raccontare il nostro mondo così fuori dagli schemi precostituiti, qual è la ragione della sua scelta, e capisci che  questa sta forse nel perché in arte, per fortuna, non ci sono ragioni. L’arte si emancipa da ogni regola e l’unica regola che lei si pone è quella di dare un corpo reale a quelle figure da rappresentazione cogliendole in momenti inconsueti.
In realtà avevo visto tempo fa qualche suo quadro ma in modo sfuggevole, mi ero soffermato di più sulle foto del marito fotografo, Mario Bianchi, più affini ai miei interessi.
Il mio pregiudizio mi aveva portato a giudicare i lavori di lei, troppo frettolosamente, convenzionali, di una “Sardegna pittoresca” come riportava la didascalia di una serie di cartoline dentellate rappresentanti personaggi in costume, che circolavano fin dagli anni ‘50 del secolo scorso.
Non era e non è così, fermatevi a guardarli quei quadri e verrete risucchiati dentro un mondo che non avete mai visto rappresentato nel suo intimo con tanta lucidità e naturalezza.
Non c’è nessuna intenzione taumaturgica nel suo mostrare ma più semplicemente l’ordinario della quotidianità della vita di un mondo arcaico che guarda verso il domani.
Non sono i personaggi da cavalcate ma quelli della vita di ogni giorno colti magari nel momento di festa e soprattutto nella preparazione a questa.
Straordinaria la svestizione, quasi un abbandono di orpelli e ricchi addobbi, che lascia nudo il corpo di donna, proveniente da un ambiente matriarcale, in tutta la sua bellezza protesa verso la modernità ma comunque legata ad una tradizione da cui non sa staccarsi e che conserva, unico legame identificativo ed identitario, un copricapo, un velo, un ricamo e pochi altri elementi.
Tutto ciò ci viene raccontato con pennellate larghe, quasi impressionistiche ma che, a differenza di queste, non raccontano un mondo in apatica dissoluzione ma quello di una orgogliosa evoluzione.
L’artista abbandona il mistificante simbolismo occulto di campanacci e orpelli per mostrarci le persone reali che ci stanno dentro, profondamente legate alla loro identità, nel loro essere partecipi di una cultura e di una tradizione proiettata verso il futuro, verso una libertà conquistata.
Lei, Cristina Maddalena, la Sardegna non l’ha ereditata per nascita ma l’ha scelta da adulta dopo che l’ha conosciuta e si è scoperta intimamente sarda tanto da poter raccontare quel mondo al femminile racchiuso dentro gli abiti della tradizione da cui si libera mostrando tutta la sua ricchezza interiore.
Chi è Cristina? Chi è Maddalena? Forse vi state domandando. Vi consiglio di scoprirlo da soli andando a vedere una sua prossima mostra che spero non tardi ad arrivare. Non aspettate il prossimo libro di Accattino per scoprire che avete avuto come vicina di casa una grande artista  non degnamente considerata dall’arte ufficiale. Pierangelo Sanna

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