IL PALAZZO IMPERIALE DI UN'ANTICHISSIMA CIVILTA' CHE SORGEVA NELL'ETERE SOSPESA NELL'INCREDIBILE

di Paolo Pellegrino

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Descrizione

L'ISPIRAZIONE PUO' ESSERE SPIEGATA DA QUESTA MIA COVER DEL BRANO "THE MUSICAL BOX" DEI GENESIS (1971), DOVE HO INSERITO TESTO ANCHE NELLE PARTI STRUMENTALI


Aprendo una scatola....(Peter Gabriel, Phil Collins,  Mike Rutherford, Tony Banks, Steve Hackett, Freddie Philips, 1971, Paolo Pellegrino, 2016)


Gong! Lo stano Gong
che suonerà,
lo strano Gong!

Libro esplorerò,
scorrono pagine,
mi porterà lassu,
nella mistica via,
incomincio dopo a chiedermi,
io mi domanderò,
da dove mai sia giunto,
forse Birmania,
presto scoprirò bugie
del mondo che inventi tu,
la tua mente vagò,
verso lidi dell'immagine
costruita da te,
che saltano di qui e di là
grilli.


Io scoprirò
che qualcosa già non quadra già non va
quello che non vuoi
che non ha previsto la tua mente infame,
io capirò:
- sei presto caduto in fallo proprio tu -
ciò che progetterai.

Strani serpenti grilli scabrosi là,
la realtà
era ed ora è una
subrealtà,
l'aldilà,
tanti insetti sono sorti
e camminano nei muri,
vedo verde il disuguale,
vedo rosso lo spaziale e
proprio un trittico
trittico
nella chiesa di Fromista,
freddo quel giorno
mai sparì
no no no,
una strana Luna risorge
nel deserto Scita,
una musica tranquilla e
l'Ararat,
una luce debole laggiù,
Ziggurat,
Torre di Babel,
Shuttle che vaghi già,
sono qua,
volo nell'ambito del Trizio,
un elettrone ti donerò,
io un protone ti venderò,
chimica,
quella prima mia lezione
su quei banchi
dentro il corso,
c'erano nove e settanta millibar.
Gong! Suona già,
sveglia!
Suore blu,
astronavi e psicotici viandanti occulti,
blocco!
Io scoprirò,
- nel deserto che non vaga che non suona -
il bosone d'Higgs,
quattro particelle dell'interazione debole.
Io vagherò
nella cosmica stazione senza porte,
cercherò il mio Tau,
particella assai pesante piangerò.
Ma tu
vedi,
ma tu vedrai di più,
ma tu
scavi,
tu scaverai di più,
quel che nella
tua mente non starà
in più,
ma tu
il posto troverai,
ma tu
scrivi
ciò che Dante dettò,
ma tu
dormi,
e sognerai Baudelaire,
ma tu
vivi,
nel Morto nuoterai
ma tu
sali
la scala di Kabul,
uno sciame d'api strane,
calabroni impazzano
e puntano
puntano,
faranno un'incursione che
spodesterà dal trono il re
che governò come non sai,
che esercitò il potere dell'oblio,
nel tuo io
troverò ciò che ho anche io,
che sento
e bramo che sia tuo,
che filtro con le erbe che ho raccolto
nei Carpazi e Caucaso.
Io scalavo
in Val Sesia sai,
ma in realtà
m'appropinquavo guai,
e volevo
sfondare il muro che
la tua immagine ha portato a me,
poi
ora mi sveglio
e risorgo su di noi,
un ibrido,
ora mi desto
e nascondo ciò che puoi,
quegli strani oli.
Mister Call
in Sicilia vagò,
e da Scilla e poi Cariddi diffamò,
una strada delle tue Madonie
che camminano
nella proprietà di Zie.
Sparò!
Non so!
Non so!
Trasfigurò!
Quel che sai,
quel che avrai,
quel che sei,
tu
lo sai.
Ho trovato quelle penne a luce che
scrissero con quelle mani di chi è,
con quelle mani di chi andò
recuperando i corpi, so
che provenivano da là,
prima affogati da chi sa
quello che vedevo io
che poi è comparso come un bruco che
alienato da terre del tè
che erano parte di me
già partorite con realtà.
Una luce biancastra
sta illuminando quella salita
che conduce in Paradiso tu lo sai
che cammina verso il Griso
che ha tradito la ragione del 2000 e tu vedrai
vedrai vedrai
vedrai vedrai,
saprai saprai
saprai vedrai vivrai
la candela che arde nei resti di Joshua
e scaraventa il fuoco del dio,
io non saprò quello che m'hai riferito
quest'oggi tu,
io scriverò ciò che disse quel guru nel Tibet mio,
ora vedo e vago nei fantasmi delle menti eccelse che
scrivono dei testi molto astrusi ma capirli puoi da me,
ora una pioggia fine e impercettibile che cade,
una strana immagine riflessa sulla nave.
La minaccia
è già qua.
Vedo le sue ombre che
mi dicono che cosa vuole
quella signora,
quella sua strega.
Quello spirito
è lassù,
ruota con momenti che
angolari non approvano
le legge che
governano.
Ora io
m'incammino verso lei,
e già la vedo fredda che
mi dice che non sa che
ho visto già la tua espressione,
non veniva ma io già mi calmerò qui,
ma tu non sbaglierai
sbaglierai
sbaglierai
sbaglierai
qui qui qui qui qui,
che solo vedi,
qui qui qui qui qui,
negli anatemi,
qui qui qui qui qui,
nei tuoi veleni,
qui qui qui qui qui,
son decollato,
qui qui qui qui qui,
sono arrivato
e dormo
felice io
che ho trasmesso agli altri
ciò che sentirò
e vedrò.
Ora son le sette e l'orologio batte forte
e scenderà
e spiegherà.







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