La scala degli Dei
Descrizione
Il dipinto è una visione surreale di una scalinata per ascendere ad una realtà superiore; un’immagine che rimanda al trascendente attraverso il fantastico.
La scalinata si presenta contornata di altri elementi che rendono il tutto una sorta di monumento dedicato più ad esseri Divini che umani (da cui il titolo).
Qui l’istinto ha guidato la mia fantasia che, di fronte all’imponenza del monumento, vede il cielo aprirsi in un grande squarcio luminoso come per accogliere, mentre la scalinata risplende di luce ultraterrena.
Al contrario, nella parte inferiore della figurazione i toni si fanno cupi e le tinte più calde.
Sembrerebbe quasi che ci sia uno stacco tra una presenza benevola che sovrasta ed una malevola che soggiace; ma penso che le due cose formino in effetti un tutt’uno, come se per accedere al sublime sia necessario fare prima i conti con il “terribile”.
Le due pantere alla base sono impietosi guardiani che, insieme alla testa macrocefala al centro si pongono come sfingi severe ed incorrotte a protezione.
E come sfingi non si può prescindere dai loro enigmi per passare “oltre”.
Credo che in questa come nelle altre mie immagini ci sia comunque un collegamento storico con l’arte del passato, da ricercarsi spesso nei motivi architettonici quasi sempre presenti.
Ma partendo dall’architettura del passato a me piace “inventare” anche soluzioni nuove nelle strutture che rappresento per dare una impronta più personale all’immagine.
La base rossastra in primo piano vuole essere elemento partecipe al terribile innescandone l’enfasi.
Infine, gli accessi laterali e i simboli posti al margine inferiore centrale della scalinata completano la scena accentuandone il mistero.
Credo che ci sia anche un senso numerologico; infatti, la prima rampa della scala è divisa in tre parti che si riuniscono in una sola nella seconda rampa, come se si alludesse al concetto trinitario.
Invece, nella parte inferiore direi che predomina più il numero due: due pantere – due accessi – quattro arcate di collegamento.
Il dualismo insomma che riporta ad una dimensione più umana.
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