Migrazione, Vita e Speranza
Descrizione
Ponticelli rappresenta in quest’opera l'atto della traversata, compiuta ogni anno da migliaia di immigrati, nei loro “viaggi della speranza”, restituendoci con immediatezza il senso di precarietà attraverso la ridotta dimensione del barcone, il sovraffollamento dei corpi, l’alternanza delle teste ed il penzolare delle gambe. Ad un primo sguardo d’insieme, l’opera appare semplificata nelle forme quasi geometriche dei corpi e negli ovali dei volti, ciò dovuto in parte all’utilizzo della particolare forma materica - i sassi – in parte all’assenza dei tratti fisionomici. In realtà quella che può sembrare una semplificazione diventa invece veicolo di un forte messaggio per chi guarda, come a voler sottolineare, tramite questi volti/non volti, la perduta identità e dignità di questi esseri umani. Per contro, una maggiore attenzione ai particolari si ravvisa nella rappresentazione della barca e del mare, dove l’azzurro chiaro, che appare per lo più disteso uniformemente nella gran parte della scena, lascia pian piano il posto ad una tonalità più scura nel punto di contatto tra l’imbarcazione e il mare, per poi degradare nuovamente fin quasi a divenire un bianco tra le increspature delle piccole onde. Nonostante la gravità del tema trattato, il quadro suscita in chi lo osserva un senso di serenità ed armonia, grazie all’utilizzo di colori luminosi e brillanti ed alla raffigurazione del mare calmo, facendoci prefigurare, come già suggerito dal titolo, il trionfo della vita sulla morte, della speranza sul dolore e rivelandoci, al contempo, uno sguardo attento ed un animo sensibile a questa immane e dolorosa realtà.
Patrizia Di Stefano
Storico dell’Arte
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