Descrizione

Il concetto di Yin e Yang si fonda su una dualità che si riflette su ogni aspetto della natura. Le due polarità non indicano una divisione, ma due entità energetiche che interagiscono: hanno radici l'uno nell'altro, l'uno non può esistere senza l'altro.

Siamo abituati a pensare alla morte come a qualcosa di negativo e ad uno stato indipendente, non considerando mai questo essenziale concetto alla base della filosofia cinese. La morte come ogni cosa in Natura, ha un suo opposto. In questo caso la nascita, di cui conserva il seme al suo interno. Qualsiasi cosa, arrivata la sua fine, si trasforma in qualcos'altro.... Rinasce, ricomincia. Anche se non lo vediamo, non lo sentiamo, non lo capiamo, rinasce, e può rinascere anche solo sottoforma di un pensiero, di un ricordo, che piano piano modella e plasma ogni scelta del nostro futuro.

Come posso rappresentare meglio questo concetto? Con l'immagine del serpente: creatura associata a parole come morte, veleno, e per i cristiani del peccato... animale oggetto di fobie il più delle volte esagerate. Ma il serpente è una creatura, è Natura, e in quanto tale è anche bellezza e oltre a tutte queste connotazioni negative, ha molto altro: cambia pelle ogni anno, simboleggiando cura e rinnovamento. E anche sotto l'aspetto culturale cristiano, sicuri di interpretare correttamente il messaggio biblico e il termine ad esso associato? Ho l'impressione che senza il suo aiuto il genere umano non sarebbe esistito...

Come diceva Socrate: "AVERE PAURA DELLA MORTE, NON SIGNIFICA ALTRO CHE CREDERE DI ESSERE SAPIENTI, MENTRE IN REALTÀ NON LO SI È (…) NESSUNO SA COSA SIA LA MORTE E SE ESSA NON SIA PER L’UOMO IL PIÙ GRANDE DI TUTTI I BENI; INVECE GLI UOMINI NE HANNO PAURA, COME SE SAPESSERO BENE CHE È IL PIÙ GRANDE DEI MALI. NON È FORSE IGNORANZA QUESTA, L’ESSERE CONVINTI DI SAPERE COSE CHE IN REALTÀ NON SI SANNO?”

Quanto è bella questa riflessione?

Dovendo rappresentare la morte, non si può che interpretarla come una bella donna, alla fine ammalia e porta via tutti.

Impariamo a non giudicare, perché il giudizio è qualcosa di estremamente relativo al proprio vissuto e alle proprie LIMITAZIONI MENTALI.